Lingua 

Aggiornamenti  | Medjugorje  | Messaggi  | Articoli i Attualitaè  | Video  | Galleria | Mappa del Sito  | Sulle[EN]

www.medjugorje.ws » Text version » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 142 (Novembre-Dicembre 1998)

Eco di Maria Regina della Pace 142 (Novembre-Dicembre 1998)

Read the document in non-text browser version.
Other languages: English, Deutsch, Español, Français, Italiano
Scarica (69.7 KB )



Eco di Maria
Regina della Pace 142


 

Novembre - dicembre 1998




Messaggio di Maria del 25 settembre 1998:
"Cari figli, oggi vi invito a diventare miei testimoni vivendo nella fede dei vostri padri. Figlioli, voi cercate segni e messaggi e non vedete che Dio, con il sorgere del sole di ogni mattino, vi invita a convertirvi e a ritornare sul cammino della verità e della salvezza.
Voi parlate tanto, figlioli, ma lavorate poco per la vostra conversione, perciò convertitevi e cominciate a vivere i miei messaggi non con le parole, ma con la vita; così, figlioli, avrete la forza di decidervi per la vera conversione del cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

Siate miei testimoni e lavorate
per la conversione del cuore


La Madonna ritorna sui messaggi della vita di fede e della conversione del cuore. La sua esortazione a vivere i messaggi è mista, come altre volte, a un rimprovero per il nostro parlare tanto e vivere poco. Ma c'è nel presente messaggio un richiamo insolito a diventare suoi testimoni nella fede.
In quale modo Maria vuole che siamo suoi testimoni? Vivendo la fede dei vostri padri.
Fede è aderire con tutto il cuore e con la vita alle promesse del Dio invisibile, rivelatosi in Gesù Cristo. Lei ha vissuto la fede dei padri, assimilandola tutta in se stessa. Guardiamo alla fede di Abramo, che non dubitò di sacrificare il figlio della promessa, pensando che Dio è capace di fare risorgere anche dai morti (cf. Eb 11,17-19). Aggiungiamo quella di tutti i padri descritti nel cap. 11 della Lettera agli Ebrei, di cui è detto: Nella fede morirono tutti questi, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati da lontano (11,9).
Così Maria ha vissuto di fede nella vita oscura di Nazaret, non vedendo alcun segno nel Figlio, e soprattutto durante le tenebre della Passione, guardando solo a quel Dio che è fedele e che lo avrebbe risorto dai morti. Tale vuole che sia la nostra fede Colei che è detta beata perché ha creduto (Lc 1,45). Anche noi dobbiamo credere nei momenti oscuri della vita, quando Dio pare assente e le forze avverse sembrano prevalere. Credere nel senso biblico non è solo adesione teorica alla Parola di Dio o professione di fede nelle verità rivelate (cioè una fede staccata dalla vita), ma è obbedienza a Dio che parla: ascoltare e obbedire nel Nuovo Testamento si esprimono con la stessa parola greca "upakouein".
A Dio che parla si crede, non dubitando, né discutendo, ma obbedendo, come Lei che ha risposto: Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me la tua Parola (Lc 1,28). La Parola di Dio è verace e potente, anche se la natura la contraddice: proprio qui sta la battaglia della fede. La fede dei padri è la fede dei martiri, dei santi e anche quella dei nostri antenati: quella semplice di tante famiglie dove regnava il timore di Dio e l'obbedienza ai suoi precetti, una fede incarnata nella vita. La fede oggi è molto insidiata dalla cultura materialistica, che ci dà una visione dell'esistenza terrena fine a se stessa: vivere come se Dio non ci fosse; vivere una morale soggettivistica, senza alcun riferimento all'aldilà, oppure credere in ciò che fa comodo e piace.
Ma voi cercate segni e messaggi nuovi per prurito di udire o di vedere novità straordinarie, direbbe Paolo (cf. 2Tm 4,3). E non considerate i segni e i messaggi che Dio dà ogni giorno dal sorgere del sole al suo tramonto (Sal 112) con mirabile e continua provvidenza. I cieli narrano la gloria di Dio e l'opera delle sue mani annuncia il firmamento (Sal 18). E questo non sarà più oggetto del nostro stupore? E' cosa terribile essere ciechi e non vedere i grandi segni con cui Dio ci provvede e cercarne altri come i giudei, che per questo Gesù chiama "generazione incredula e perversa" (Mt 12,39-40). "Anche il bue e l'asino riconoscono il loro padrone e in loro nasce spontaneo l'amore per chi li nutre... La distrazione e la dimenticanza dei benefici di Dio è all'origine della vita di peccato" (S.Basilio).
Ogni mattina siamo invitati a convertirci, perché, come al mattino tutta la natura si ridesta e risorge, anche noi dobbiamo scrollarci di dosso le opere delle tenebre e rivestirci delle armi della luce (Rm 13,12). Voi parlate tanto, ma lavorate poco per la vostra conversione. Impegnatevi a fondo esaminandovi e vigilando perché in voi non cresca alcuna radice velenosa (Eb 12,15). Guardate il contadino -diceva altrove- che lavora con meticolosità il suo campo per estirpare le erbacce, arandolo ed erpicandolo prima della semina, per renderlo produttivo. Convertirsi è riprendere a seguire i suoi messaggi: la preghiera del cuore; il digiuno dal mondo; la confessione dei peccati (che è la continua pulizia dell'anima e che ci aiuta a rimediare ai difetti); l'Eucaristia e la Parola di Dio che ci nutrono; amare Dio e i fratelli, non con le parole, ma con la vita.
Allora -lo afferma proprio Lei- avremo la forza di deciderci per la vera conversione del cuore, cioè per una conversione che sia perseverante, il cui segno è l'amarsi come fratelli, con amore intenso, non ipocrita (1Pt 1,22).
don Angelo
 
 
Messaggio di Maria del 25 ottobre 1998:
 
"Cari figli, oggi vi invito ad avvicinarvi al mio Cuore Immacolato. Vi invito a rinnovare nelle vostre famiglie il fervore dei primi giorni, quando vi ho invitato al digiuno, alla preghiera e alla conversione.
Figlioli, voi avete accettato i miei messaggi con un cuore aperto anche se non sapevate cosa fosse la preghiera. Oggi vi invito ad aprirvi completamente a me affinché io possa trasformarvi e condurvi al Cuore di mio figlio Gesù, perchè vi riempia del suo amore. Così, figlioli, troverete la vera pace, la pace che vi dà solo Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

Avvicinatevi al mio Cuore Immacolato
per rinnovare il primo fervore 

La Madonna invita a rinnovare il fervore iniziale, di quando la gente è stata scossa dai suoi messaggi e ha cominciato a pregare, a digiunare, a convertirsi, cioè a perdonare, a fare la pace, a confessare i propri peccati. Fu una vera esplosione di grazia nella parrocchia, "tant'è vero -dice p.Slavko- che i comunisti pensavano si trattasse di una controrivoluzione: hanno visto una forza che non si poteva spiegare". Proprio come la meraviglia che sorgeva attorno alla prima comunità cristiana (cf. At 2). Anche Paolo richiama i suoi al fervore primitivo, dicendo: Ricordatevi di quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare grande lotta... (Eb 10,52).
Il discorso è rivolto non solo alla parrocchia di Medj., di cui la Vergine voleva fare un modello per tutta la Chiesa, ma anche a tutti noi che abbiamo attinto alla stessa fonte. Perché allora, dopo gli inizi così luminosi, è venuto il calo del fervore, l'intiepidimento fino all'abbandono del cammino iniziato? Per molti purtroppo è stato un entusiasmo passeggero: come il seme caduto sui sassi e poi inaridito, essi si sono arresi di fronte alle prime difficoltà. Molti poi si sono lasciati via via soppraffare dalle preoccupazioni della vita, dalle seduzioni del mondo, dall'inganno delle ricchezze (cf. Mc 4,19).
Perché questo? E' venuta meno la preghiera costante, che assicurava la grazia di Dio e aiutava a staccarsi dalle cose mondane e superflue. Questo è il digiuno essenziale, di cui il digiuno a pane e acqua è un segno. Così satana ha avuto buon gioco su di noi. Sappiamo che egli prende particolarmente di mira i figli della sua Nemica (cf. Montfort, n. 54). Quante volte Lei ci ha detto: satana è forte e vuol rovinare i miei piani!
Ma proprio per questo Dio ci ha preparato un rifugio sicuro: avvicinatevi al mio Cuore Immacolato. Quello è un giardino chiuso, una fonte sigillata inaccessibile a satana, dove si respira solo Dio. Lì è il fiume e i suoi ruscelli che rallegrano la città di Dio; Dio sta in essa: non potrà vacillare (Sal 46). Avvicinarsi al suo Cuore I. vuol dire ascoltare Lei, quindi i messaggi con cui ci apre la strada in un mondo di confusione e ci premunisce contro le insidie di satana.
Allora, continua Maria, avete accettato i miei messaggi con un cuore aperto, cioé con la semplicità dei bambini che abbracciano subito ciò che è buono, senza calcoli, né tanta consapevolezza. Anche allora la gente aveva accolto i messaggi pur non sapendo cosa fosse la preghiera. E così la grazia è entrata senza ostacoli nelle famiglie e nella parrocchia. Riprendete a fare come allora.
Anche oggi vi invito ad aprirvi completamente a me: vuol dire senza riserve, senza condizioni. Così potrò trasformarvi e condurvi al Cuore di Gesù e in tal modo rendervi capaci di cogliere la pienezza dell'amore. Se vogliamo essere certi di avere aperto completamente il cuore a Lei, c'è un segno infallibile: la vera pace del cuore, quella che solo Dio può dare. Quella che resiste ad ogni tempesta ed è pronta ad ogni sacrificio.
 
d. A.
 
NB. Perchè Maria parla del "suo Cuore", come pure del cuore di Gesù? L'umanità è diventata insensibile a Dio, perciò il termine "cuore" esprime meglio ciò che di divino e di umano, e di infinitamente grande, c'è in Gesù e Maria per noi. Perché così i nostri cuori possano essere toccati nelle loro fibre più intime davanti al cuore trafitto di un Dio e alle viscere di una madre a cui la spada ha trapassato l'anima. Ecco i due Cuori in perfetta sintonia, per non dire reciproca fusione.
 
 

Il Papa a Brescia:
tornare alla famiglia secondo il disegno di Dio 

 
Contro ogni speranza ho sperato nel Signore ed egli su di me si è piegato, ha dato ascolto al mio grido ... Fanno eco al salmo 40 lamiere arrugginite e ondulanti verso l'alto, simbolo di una società dolente, degradata e nel contempo anelante al Crocifisso, inarcato dall'alto dei suoi 36 metri, che su di essa misericordioso si china. Ecco l'imponente altare che non ha lasciato indifferenti i 50.000 riuniti attorno al Papa, ricurvo sul seggio posto ai piedi dell'imponente croce nello stadio di Brescia, per la beatificazione di Giuseppe Tovini.
E' un Papa dal volto sorridente e sofferto che si fa ascoltare dai giovani: un patriarca-maestro vero testimone nella fede dei padri che oggi incarna una sofferenza condivisa, vissuta con tenacia e straordinaria dignità. "Camminate con coraggio sulle strade della verità e della giustizia. Siate sempre fiduciosi ed arditi nel ricercare e nel costruire il bene. Cristo, il Redentore dell'uomo, sia la vostra speranza!" Sono parole che i Papa pronuncia lentamente e con ardore.
L'occasione è anche quella della chiusura delle celebrazioni per il centenario della nascita del servo di Dio Paolo VI, che il S.Padre ha descritto come "figura gigantesca", "maestro e servitore della verità", "mio grande predecessore e insieme vero padre". Ed è a lui che viene collegata la figura del nuovo beato che ebbe un significativo influsso nella formazione giovanile del futuro papa bresciano.
"I nostri figli senza la fede non saranno mai ricchi, con la fede non saranno mai poveri". Il Papa cita le parole di Tovini e fa un forte appello sull'importanza definita "fondamentale e decisiva" della famiglia.
Al gremito duomo di Brescia, esorta i credenti ad "andare contro corrente" e a battersi per il loro modello di famiglia e di educazione scolastica; con parole penetranti ha continuato: "E' una consapevolezza che ci riempie di responsabilità, specie se si considera che oggi proprio la famiglia, nel quadro di un rapido cambiamento del costume e di un diffuso relativismo etico, è fatta oggetto di spinte eversive che ne minano i fondamenti stessi".
"In questa situazione la Chiesa sente il dovere di richiamare i capisaldi dell'etica matrimoniale e familiare e lo fa -precisa il Papa- non con la pretesa di imporre una sua disciplina, quanto con la convinzione di riproporre alle coscienze una verità che tutti possono cogliere nell'intimo di se stessi".
Il S.Padre insiste sull'urgenza di "recuperare il senso del matrimonio come patto di amore, con cui un uomo e una donna si legano pubblicamente e per sempre". Partendo dalle parole esigenti di Gesù, il Papa propone in toni accesi la "bellezza del matrimonio vissuto secondo i disegni di Dio" come cardine per una vita comune vissuta in pienezza; ecco allora, apprezzatissimo dalla folla, il richiamo alla santità che può e che deve illuminare i laici nella realtà di ogni giorno.
La lettura della lettera di Tovini alla fidanzata e l'incontro del Papa, durante l'offertorio, con una giovane coppia di neo-sposi sono stati spunti per ribadire che la testimonianza spetta a tutti, al di là della specificità di ogni vocazione. Con voce possente e sofferente il successore di Pietro continua: "E' perciò importante educare le giovani generazioni a vivere l'amore in modo autenticamente umano. Anche nella sua dimensione sessuale, esso diventa allora per i credenti un elemento di quel culto spirituale a cui richiama S.Paolo (Rm 12,1). Dobbiamo operare perché il valore di questo istituto, che è fondamentale e irrinunciabile per l'umana convivenza, si riaffermi nelle coscienze, nella cultura, nella stessa legislazione".
Come sempre il Papa ha mostrato affetto e attenzione per tutti: saluta, accarezza, abbraccia, bacia, incoraggia, non esitando a fare il sacrificio di lasciare anche il bastone per stringere più mani possibili; distribuendo speranza benedice, ma in modo particolare si intrattiene lungamente con gli ammalati e le persone in difficoltà che ha voluto in prima fila, sotto il palco...
Con forte accento ha ricordato "l'urgenza della collaborazione scuola-famiglia" e ha chiesto che "alle famiglie venga riconosciuta concretamente, anche con opportuni sostegni, la possibilità di scegliere l'indirizzo educativo e il tipo di scuola che meglio aiutino la crescita dei propri figli".
Con la ferma guida di un vecchio profeta biblico che parla alla sua gente, Giovanni Paolo II, a conclusione della visita, invita tutti a rivolgersi alla Madonna delle Grazie, al nuovo beato e al Pontefice predecessore, servo di Dio; infondendo rinnovato coraggio, agli operatori della famiglia e della scuola dice: "Il vostro impegno è diventato oggi più difficile, ma rimane esaltante ed urgente. Voi siete chiamati a dare un contributo alla costruzione di personalità sane, motivate, ricche di interiorità e capaci di comunione".
Al termine della sua visita il Papa lascia alle famiglie un'ulteriore testimononianza del primato di Dio, sostando ancora una volta in adorazione sull'inginocchiatoio in fondo alla cattedrale, prima di ripartire per Roma.
 
Alessandro
 
 

Una grande schiera di santi
di fronte al dilagare dell'iniquità (Mt 24,11)

Siamo gioiosamente sorpresi di fronte al numero sempre crescente di santi posti dalla Chiesa davanti ai nostri occhi. Nel ventennio di pontificato di Giovanni Paolo II, che si conclude in questo ottobre, sono stati proclamati la metà circa dei beati (805 su 1611) e dei santi (280 su 570) dichiarati tali dalla Chiesa negli ultimi 4 secoli, senza contare le circa 2000 cause in cantiere.
Sappiamo bene però che questo è solo un piccolo numero di testimoni e modelli sicuri che la Chiesa ci addita per aiutare il nostro cammino. Ma c'è una moltitudine immensa che nessuno può contare (Ap 7,9) di santi. Sono tutti i fratelli e le sorelle usciti da questo mondo che godono già la beatitudine di Dio. Ma S.Paolo chiama "santi" anche i cristiani viventi sulla terra, perché partecipano della santità di Gesù, quando sono in grazia di Dio.
Ma ora è d'obbligo che anche noi contempliamo le ultime luminosissime perle che sono state tratte dallo scrigno della Chiesa.
 
 

Tovini: modello nella vita famigliare e sociale

Giuseppe nasce il 14 marzo 1841 a Cividate Camuno (Brescia), primogenito di 6 figli; a diciotto anni la morte prematura del padre lo porta ad abbandonare l'ideale di farsi missionario per dedicarsi ai suoi fratelli. Si laurea brillantemente in giurisprudenza impegnandosi sin dagli inizi nel lavoro, che per lui è servizio verso il povero, occasione per esercitare la carità e la vera giustizia. Perciò rifiuta di difendere cause remunerative là dove risultino equivoche o ingiuste, dichiarando ai clienti che preferisce "perdere un lauto guadagno anziché l'anima". In una lettera alla fidanzata dice: "Ho sempre considerato il matrimonio come un mezzo di perfezionamento morale e religioso, ed ora non potrò mai ringraziare abbastanza il Signore di avermi dato te per sposa. Oh! Sì, cara Emilia, insieme a te io diventerò più virtuoso, più perfetto". Padre di 10 figli, tra i quali uno si farà sacerdote gesuita e due diverranno religiose, avvocato e sindaco di fede ardente e di prodigiosa capacità di azione, è fondatore e promotore di banche, ferrovie, riviste, scuole, collegi. Giuseppe Tovini è stato definito la figura laicale italiana più moderna e pubblica che la Chiesa abbia finora inserito tra i beati e il Papa lo ha proposto come attualissimo modello di fede e di fedeltà alla Chiesa nella società contemporanea. E' morto il 16 gennaio 1897, a soli 56 anni.
E' al servizio della cultura della vita e della famiglia che il pontefice invita i credenti: "In un tempo in cui taluni pretendevano di confinare la fede entro le mura degli edifici sacri, Giuseppe Tovini testimoniò che l'adesione a Cristo e l'obbedienza alla Chiesa, lungi dall'estraniare il credente dalla storia, lo spingono ad essere fermento di autentica civiltà e di progresso sociale". La profonda spiritualità famigliare e laicale che connota Giuseppe sono alla base del suo prodigioso impegno sociale ed educativo.
Ma la fonte prima dalla quale tutto gli proviene si trova in Gesù-Eucaristia, per il quale organizza l'adorazione notturna, nella chiesa di S.Luca a Brescia, dove ora sono le sue spoglie. "La onestà e coerenza del Tovini -ha riaffermato il S.Padre- trovano radici nel profondo, vitale rapporto con Dio, che egli alimentava costantemente con l'Eucaristia, la meditazione e la devozione alla Vergine".
 
 

Il beato Stepinac non si piegò,
ma perdonò

In uno scenario da sogno, sul pendio antistante il santuario di Maria Bistrica, a 40 km da Zagabria, sabato 3 ottobre si era radunata una folla di mezzo milione di croati per assistere alla beatificazione del loro intrepido arcivescovo. "Egli ha offerto al suo popolo una bussola per orientarsi: la fede, il rispetto, il perdono. Sapeva che non si possono fare sconti sulla verità perché la verità non è merce di scambio -ha detto il Papa- ... In Stepinac c'è la sintesi dell'intera tragedia che ha colpito l'Europa nel corso di questo secolo, segnato dai tre grandi mali del fascismo, del nazismo e del comunismo".
Il S.Padre ha accomunato Stepinac ai coraggiosi testimoni che, per conservare l'unità della Chiesa e per difenderne la libertà, accettarono di pagare un pesante tributo di sangue. In fine ha fatto appello al perdono e alla riconciliazione, cioè "a purificare la nostra memoria dall'odio, dai rancori, dalla voglia di vendetta. Vuol dire riconoscere come fratello anche colui che ci ha fatto del male".
Nello stesso tempo il Papa ha voluto mettere in guardia il popolo croato, che si trova in un ex-stato dove vivono fianco a fianco cattolici, ortodossi, musulmani, da ogni discriminazione razziale e dal nazionalismo esasperato ed autoritario, per vivere in pacifica coesistenza e collaborazione.
 
Stepinac: "farò il mio dovere fino in fondo
senza temere ne odiare alcuno"

 
Luigi Victor Stepinac nacque l'8 maggio 1898 a Krasic' in Croazia, quinto di 8 figli, più 3 del primo matrimonio del padre. Cresciuto in una famiglia di fede profonda, frequentò il ginnasio di Zagabria, ottenendo la maturità nel 1916.
Di carattere serio e deciso, preferì il servizio militare piuttosto che entrare in seminario, come molti facevano pur senza vocazione per sfuggire la chiamata alle armi. Ufficiale dell'esercito austriaco sul fronte italiano, rimase prigioniero per 6 mesi. Finita la guerra si iscrissi alla facoltà di agraria, ma insoddisfatto del clima morale dell'università, preferì lavorare nei campi col padre per 6 anni, finché dopo lunga e difficile maturazione, decise di farsi sacerdote. Seppe più tardi che la mamma aveva tanto pregato e digiunato tre giorni alla settimana per 20 anni perché diventasse sacerdote! L'arcivescovo di Zagabria lo inviò per gli studi a Roma, dove divenne sacerdote a 32 anni nella festa di Cristo Re e dove celebrò la prima Messa in S.Maria Maggiore per la sua devozione mariana.
Tornato in patria, l'arcivescovo Bauer lo fece suo cerimoniere e gli affidò incarichi di grande responsabilità per comporre dissidi nelle parrocchie e per le opere di carità, finché nel '34 lo fece suo coadiutore: a 36 anni era il più giovane vescovo del mondo. E' lui che iniziò i pellegrinaggi annuali a Maria Bistrica fino a quando saranno proibiti nel '46 dal governo comunista. Morto nel '37 il vescovo Bauer, Stepinac diventa arcivescovo di Zagabria e svolge un'attività immensa in tutte le direzioni, specialmente nella formazione dei laici e dei sacerdoti; predica con efficacia e visita senza tregua le parrocchie creando un clima nuovo nella diocesi.
Nel '39 inizia la seconda guerra mondiale che coinvolge tragicamente anche la Croazia. Nel 1941 viene fondato lo Stato indipendente croato, alleato dei fascisti e dei nazisti. Egli non accettò le facili conversioni al cattolicesimo che molti suggerivano a ebrei, ortodossi e musulmani considerati nemici dello Stato. Inviò piuttosto continui appelli perché sacerdoti e fedeli salvassero le vite umane. Famose le omelie di Stepinac in questi tempi turbinosi in cui rivendica i diritti e la dignità di ogni uomo: "la Chiesa cattolica non riconosce razze che dominano e razze che sono dominate, ma solo popoli creati da Dio... Quando questi tempi di pazzia saranno passati, ciascuno tornerà tranquillamente alla sua religione". Le false accuse di connivenza col governo nazionalista "ustascia", lanciate dal centro Wiesentall di Parigi, sono smentite dalla stessa comunità ebraica di Zagabria che dichiara perenne riconoscenza a Stepinac per aver salvato migliaia di vite.
L'8 maggio '45 entrano a Zagabria i comunisti di Tito e mettono subito in atto il tentativo di costituire una Chiesa nazionale staccata dal Papa e quindi controllabile dal partito (come oggi in Cina). Stepinac è fermo nel rifiuto e la sua Chiesa ne condivide unanimemente la posizione. Nel settembre '46 viene celebrato il processo-farsa contro l'arcivescovo accusato di collaborazionismo con i nazionalisti "ustascia". A tutte le accuse egli risponde sempre dicendo di "aver la coscienza pulita e di esser pronto anche a dare la vita". E' condannato a 16 anni di prigionia. Incarcerato il 19 ottobre '46, trasformerà la propria cella di prigione in cella di preghiera, di lavoro e di penitenza. E quando nel dicembre '51, su pressione internazionale, sarà trasferito agli arresti domiciliari nella canonica del suo paese natale, continuerà a svolgere con fierezza il suo servizio episcopale, pur sorvegliato dalla polizia comunista.
Così pregava celebrava, confessava, predicava e scriveva lettere su lettere perchè sacerdoti e fedeli non cedessero al tentativo dei comunisti di staccarli dalla Chiesa. A un tale testimone di fedeltà, Pio XII conferirì nel '53 la porpora cardinalizia, ma egli non volle recarsi a Roma per timore di non potere ritornare in patria. Così pure, molto malato, rifiuterà di recarsi in cura all'estero per rimanere col suo gregge. In una lettera fa riferimento alla lunga serie di maltrattamenti che aveva duvuto subire, ma alla fine dichiara: "Io so qual è il mio dovere. Con la grazia di Dio lo adempirò fino alla fine, senza odio verso chiunque e senza timore di chiunque". Rese la sua anima a Dio il 10 febbraio del '60. L'ininterrotto pellegrinaggio del popolo alla sua tomba nella cattedrale di Zagabria è stato un degno anticipo del riconoscimento ufficiale della sua santità.
 
 
Ultima perla: Edith Stein, la grande figlia di Israele finita nel "comune olocausto", arrivata a Cristo attraverso la scienza e al Carmelo per gli scritti di S.Teresa d'Avila. E' stata canonizzata in p.zza S.Pietro col nome di S.Teresa Benedetta della Croce. Ne parleremo, se a Dio piacerà, sul prossimo numero; come pure della colossale enciclica "Fides et ratio".
 

 
A Schio il 15 agosto, a conclusione della tre giorni dei giovani, nella solenne concelebrazione all'aperto, un inviato del vescovo di Vicenza ha presentato don Giuseppe Bonato, nuovo parroco della vicina Chiesa di S.Maria delle Piane, finora priva di sacerdote. Sarà l'assistente del movimento mariano di Schio: è un riconoscimento dello Statuto dell'Associazione Regina dell'Amore. Egli assisterà i pellegrini sempre più numerosi e l'Opera dell'Amore. Ha tenuto l'omelia il Provinciale dei PP.Serviti di Monte Berico, due dei quali prestano servizio anche all'Opera dell'Amore per la preparazione dei giovani.

 
 

Nella festa per i 20 anni il Papa si interroga umilmente:

"Ho fatto tutto il possibile perché Gesù trovi la fede al suo ritorno?"
Ma quelle lacrime...

 
 
Giovanni Paolo II festeggia in p.za S.Pietro i 20 anni di pontificato e si domanda, per quattro volte, se ha "fatto tutto il possibilile perché il Figlio dell'uomo, quando verrà, possa trovare la fede sulla terra" (cf. Lc 18,8). Una domanda da far tremare e trema infatti il vecchio Papa mentre si interroga in pubblico, con disarmante sincerità.
La festa è stata organizzata dalla diocesi di Roma, 2 giorni dopo quella che gli avevano fatto venerdì 16 ottobre gli oltre 30mila pellegrini giunti dalla Polonia. Il Papa legge con voce forte un'omelia lunga, appassionata, tutta sua. Ricorda il calore con cui l'hanno accolto i romani e gli italiani al momento dell'elezione: se ne stupisce, da vent'anni. Concelebra con 1500 tra cardinali, vescovi e preti presenti in città. Nella piazza ci sono 80.000 romani con le massime autorità.
Momento di commozione quando 37 bambini di una scuola elementare di Cinecittà, la S.Giovanni Bosco, gli portano danzando grandi ceste di fiori. Il Papa dà a tutti un bacio e la telecamera mostra lacrime sulle sue guance e su quelle dei bambini. Nell'omelia Giovanni Paolo ricorda che il compito del Papa è quello di "insegnare" restando "saldo" nella fede e qui inizia a fare un esame del suo pontificato: "Il vescovo, e a maggior ragione il Papa, deve tornare continuamente alle fonti della sapienza che portano alla salvezza. Deve amare la Parola di Dio. Dopo vent'anni di servizio sulla sede di Pietro, non posso quest'oggi non pormi alcune domande: hai mantenuto tutto questo? Sei stato maestro diligente e vigile della fede nella Chiesa?".
E ancora: "Hai cercato di avvicinare agli uomini di oggi la grande opera del Concilio Vaticano II? Hai cercato di soddisfare le attese dei credenti nella Chiesa, ed anche quella fame di verità, che si fa sentire nel mondo, fuori della Chiesa? Ed echeggia nel mio spirito l'invito di S.Paolo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti -e che giudicherà anche te- annuncia la Parola!" (2Tim 4,1).
"Tutto dipende, in un certo senso, dalle mani di Mosè tese verso l'alto", perché la preghiera del pastore sostiene il gregge", ma anche "la preghiera del popolo sostiene chi ha il compito di guidarlo". A Mosè, Aronne e Cur sostennero le braccia: il Papa chiede a noi oggi di sostenere le sue braccia tremanti "perché possa compiere fino in fondo la sua missione". E' a questo punto che ricorda l'attentato. Si paragona a Pietro carcerato, che la preghiera di "tutta la Chiesa" libera "miracolosamente" dalla prigione e conclude in questo modo: "Così è stato innumerevoli volte attraverso i secoli. Io stesso ne sono testimone per averlo sperimentato in prima persona. La preghiera della Chiesa è una grande potenza! ...Ho sentito pulsare accanto a me il cuore della Chiesa".
Red.
 
Censimento dei gruppi di preghiera che operano in Italia: si sta attuando per informare chi, nelle varie zone, vuol parteciparvi e anche per incontri e pellegrinaggi. Inviare a Gianni Romolotti (fax 02-58105979, o in V.le Papiniano 45, 20123-Milano), con nominativo del capogruppo, indirizzo, tel e fax e numero approssimativo dei componenti.
 
 

Un documento profetico
per salvare la natura e la santità del rapporto coniugale

 
Sono passati 30 anni dall'enciclica Humanae vitae. Pochi documenti papali hanno suscitato reazioni avverse come questo. Giovanni Paolo II stesso ha detto a Brescia che "l'insegnamento luminoso di Paolo VI sulla 'paternità responsabile', così delicato e controverso, non è stato accettato da tutti i cattolici, neanche tra i vescovi"! Ma pochi documenti -possiamo dire- portano così palese il segno di contraddizione, che è proprio di Cristo. E non poteva essere diversamente la reazione da parte di una mentalità secolarizzata, la quale può anche dire "Cristo sì", ma "la croce no".
Da tempo si avvertiva la necessità di una indicazione chiara da parte della Chiesa sui rapporti matrimoniali, di fronte alle nuove problematiche e a tante deviazioni. L'Humanae vitae è un testo che vuol presentare in modo positivo "la moralità coniugale in ordine alla sua missione di amore e di fecondità, sia nella visione integrale e terrena, sia in quella soprannaturale ed eterna". "Paolo VI non mirava in prima istanza -ha detto il papa a Brescia- a proibire qualcosa, ma ad esaltare la missione sublime che fa degli sposi i collaboratori di Dio nel dono dell'esistenza a nuove creature".
Che cosa dice l'enciclica sui rapporti coniugali? - Ecco per sommi capi. Anzitutto viene ribadita "la connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: quello unitivo e quello procreativo (n. 12)... Usare di questo dono divino (l'amore coniugale) distruggendo, anche solo parzialmente, il suo significato e la sua finalità, è contraddire alla natura dell'uomo come a quella della donna e del loro più intimo rapporto, e perciò è contraddire anche al piano di Dio e alla sua volontà" ( 13).
Poi l'enciclica si sofferma sulle vie illecite per la regolazione della natalità: in primo luogo l'aborto volontario, in tutti i casi; poi la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea; quindi "ogni azione che, in previsione dell'atto coniugale o nel suo compimento o nelle sue conseguenze naturali, si proponga come scopo o come mezzo, di rendere impossibile la procreazione (14).
Se per distanziare le nascite esistono seri motivi, derivanti o dalle condizioni fisiche o psicologiche dei coniugi, o da circostanze esteriori, la Chiesa insegna essere allora opportuno "tener conto dei ritmi naturali nei soli periodi infecondi e così regolare la natalità senza offendere i principi morali" (16). La condanna è dunque di tutte le pratiche anticoncezionali [cioè contro la procreazione] quando i contraccettivi non siano utilizzati come mezzi terapeutici (15). Alla fine il documento parla delle direttive pastorali che riguardano l'educazione alla padronanza di sé e della prassi dei confessori che devono essere particolarmente comprensivi.
 
Una decisione sofferta - Come si è arrivati a questo documento? Una commissione istituita da papa Giovanni XXIII e poi ampliata da Paolo VI aveva studiato a fondo il problema per quattro anni. La maggioranza dei 60 membri, alla fine, esprimeva un parere diverso dalle conclusioni del papa. Il papa stesso confidava, nella prima udienza dopo la pubblicazione del documento (31 luglio 1968), "di aver molto sofferto spiritualmente, di non aver mai avvertito come allora il peso della sua responsabilità e la sua inadeguatezza di fronte al formidabile obbligo apostolico di doversi pronunciare".
Aveva seguito le discussioni accese della commissione, sentiva "le voci fragorose dell'opinione pubblica e anche quelle più tenui e penetranti di tante persone di famiglia angustiate per questo problema. Quante volte abbiamo trepidato davanti al dilemma di una facile condiscendenza alle opinioni correnti, ovvero d'una sentenza male sopportata dall'odierna società, o che fosse troppo grave per la vita coniugale!" Ma dopo aver tanto studiato, ascoltato, riflettuto e pregato -egli continua- "abbiamo messo la nostra coscienza nella piena e libera disponibilità alla voce della Verità, cercando di interpretare la norma divina sull'autentico amore umano"... "E non abbiamo avuto dubbio sul nostro dovere di pronunciare la nostra sentenza nei termini espressi dall'enciclica".
 
"La verità non può essere decisa a maggioranza" - dice il card. Ratzinger. "Davanti alla questione della verità ha termine il principio democratico... Nella Chiesa non vi può essere nessuna maggioranza contro i santi, contro i grandi testimoni della fede che caratterizzano tutta la storia. Essi appartengono sempre al presente e la loro voce non può essere messa in minoranza... A Paolo VI sta a cuore la difesa della dignità umana e dell'amore umano e coniugale. Il Papa ritiene la persona umana capace di grandi cose: di fedeltà e di rinuncia; per questo non vuole che il problema della fecondità responsabile sia regolato in modo meccanico, ma in modo umano, cioè nello spirito dell'amore e della sua libertà stessa".
Red.
 
 
La fede di Pietro prevale
sui criteri della sapienza umana

 
L'importanza di tale enciclica appare oggi ancora più evidente davanti agli attacchi violenti e insidiosi dei gruppi più influenti del pensiero occidentale, specialmente contro l'istituto della famiglia e il valore assoluto della vita umana. Basti pensare alla manipolazione degli embrioni, alle ipotesi di clonazione umana e alle posizioni assunte dalle più rappresentative potenze occidentali, nelle conferenze mondiali del Cairo e di Pechino.
In realtà la scelta di Paolo VI rappresentò un punto fondamentale di svolta, dopo la fase di incertezza riscontrabile nell'immediato post-concilio, in cui spesso sono state stravolte le luminose conclusioni dottrinali scaturite sotto l'impulso dello Spirito Santo. Infatti, oltre le affermazioni di tutela della dignità umana, l'enciclica realizzò una vigorosa riaffermazione del servizio profetico dovuto dalla Chiesa al mondo, respingendo ogni tipo di subordinazione alle opinioni e culture dominanti, proclamando alta e forte, in piena libertà, la Verità sull'uomo, alla luce della redenzione operata da Cristo Gesù, che rimane lo stesso ieri, oggi e per sempre.
Fu un grande atto di fede nella Signoria di Cristo sulla Chiesa e sulla storia, aldilà delle suggestioni suscitate dalla falsa sapienza del mondo, che è stoltezza agli occhi di Dio. E ciò é vero anche se questa sapienza fosse rivestita dal lodevole quanto illusorio intento di sollecitudine pastorale o di una gratificante apertura alle grandi correnti di pensiero laiciste, senza darsi troppo pensiero dello "Splendor Veritatis" che promana dallo Spirito autentico del Vangelo.
Inoltre questi temi investono la natura e il significato stesso della Chiesa nel mondo, affermando senza equivoco la dimensione spirituale trascendente del matrimonio cristiano, come una grazia che proviene dall'alto e che, nella mutua donazione degli sposi, pienamente aperta alla vita, si apre al dono della vita trinitaria, capace di inesauribile fecondità spirituale e di creare continuamente cieli nuovi e terra nuova nella Chiesa e nel mondo. Si poteva rinunciare al senso trascendente della Chiesa riducendo tutto ad una concezione puramente sociale del matrimonio, finalizzata a promuovere uno sviluppo solo umano dei coniugi, in accordo con le esigenze generali della società che mutano con il tempo?
Ebbene, in questo quadro di insidie e rischi gravissimi per il futuro della Chiesa, irruppe in modo sorprendente l'azione dello Spirito, ponendo in piena luce il valore della promessa di Cristo a Pietro, costituito per grazia fondamento e garanzia della Chiesa visibile. Così Paolo VI, tra lo sconcerto e l'incredulità di molti, operò una scelta non dettata dalla carne e dal sangue, ma suggerita dallo Spirito del Padre. In questo modo aprì la strada alle impostazioni sviluppate dal suo Successore, il quale, fallite molte ideologie e cadute molte illusioni, si sta manifestando quale unico cardine di ogni riferimento etico per credenti e non credenti: vero strumento eletto nelle mani di Maria per realizzare il trionfo del suo Cuore Immacolato.
Beppe Ferraro (riduzione)
 
 


Notizie dalla terra benedetta

A Spalato il Papa
"invita alla fede dei padri"!

Il S.Padre ha celebrato i 1700 anni della città, che viene considerata la culla del cristianesimo di queste terre. Sono giunte 3mila persone da Medj., metà delle quali erano pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. La grande Eucaristia è stata celebrata in riva al mare davanti a 500mila persone. Nell'omelia Giovanni Paolo ha ripetutamente invitato il popolo a ritornare alla fede dei padri, fede che si deve testimoniare nella vita. Sembrava che le sue parole facessero eco all'ultimo messaggio che la Madonna aveva dato non molto lontano.
Dall'alto dell'altare egli ha potuto ammirare centinaia di battelli che gli hanno offerto un concerto di klaxons sul mare. Non è mancata al pomeriggio la visita al Santuario della Madonna dell'Isola a Solin dove, sulla spianata, si è svolto l'incontro con i catechisti e i movimenti ecclesiali. Nella sua visita in Croazia, tra Zagabria e Spalato, il Papa ha incontrato complessivamente oltre 1 milione di persone (su 4,5 milioni di persone). 

Jakov: decimo segreto
e ultima apparizione quotidiana

Durante il suo viaggio in America, da Miami, Jakov ha mandato a P.Slavko la seguente comunicazione:
«Venerdì 11 settembre, durante l'apparizione quotidiana, la Madonna mi ha detto di prepararmi in preghiera in modo particolare per l'apparizione del giorno successivo, perché mi avrebbe affidato il decimo segreto. Sabato, 12 settembre la Madonna è venuta alle 11,15 (ora locale). Quando è venuta mi ha salutato come sempre col saluto: "Sia lodato Gesù Cristo". Mentre mi affidava il decimo segreto era triste. Dopo, con un dolce sorriso, mi ha detto: Caro figlio, io sono tua Madre e ti amo incondizionatamente. Da oggi non ti apparirò più ogni giorno, ma soltanto il giorno di Natale, il giorno della nascita di mio Figlio. Non essere triste perché io sarò sempre con te come madre e come ogni vera madre non ti abbandonerò mai. Tu continua a seguire la via di mio Figlio, via di pace e di amore e cerca di perseverare nella missione che ti ho affidato. Sii esempio di un uomo che ha conosciuto Dio, l'amore di Dio.
Vedano sempre in te un esempio di come Dio opera negli uomini e di come opera attraverso di loro. Io ti benedico con la mia benedizione materna e ti ringrazio di aver risposto alla mia chiamata.
L'apparizione è terminata alle 11,45». In una breve telefonata a P.Slavko Barbaric, Jakov ha detto di aver pianto a lungo e che era molto triste.
 
Tutto questo - scrive suor Emmanuel (riportiamo liberamente) - è avvenuto in una casa privata di Miami (Florida), dove il veggente si era recato su invito dei pellegrini. Jakov piangeva come un bambino. Fortunatamente con lui era Mirjana, che a sua volta aveva tanto sofferto quando per lei le apparizioni quotidiane erano cessate nel Natale '82. Molti sono rimasti sorpresi perché, abituati ormai alle apparizioni quotidiane, le consideravano una cosa durevole.
Ora sono tre i veggenti che non hanno ricevuto il decimo segreto e che hanno l'apparizione quotidiana: Vicka, Ivan e Marija. Nessuno conosce il contenuto dei segreti. La Madonna ha parlato di un "grande segno" (terzo segreto) che apparirà sulla collina del Podbrdo e che sarà visibile a tutti, indistruttibile e permanente. Sappiamo che dobbiamo convertirci prima dell'arrivo del segno perché poi sarà troppo tardi. Jakov ha confidato che all'inizio saranno rivelati i primi segreti, i quali mostreranno che le apparizioni sono vere. "La Madonna ha mostrato a me e anche a Vicka il grande segno: è molto bello!"
Ci sono anche persone, che non sono di Medj, che hanno unito il decimo segreto a eventi catastrofici che dovrebbero capitare attorno al 2000. Niente di tutto questo, se non altro perché la Madonna ha promesso a Jakov di apparire ancora per i prossimi Natali. Dunque il mondo conoscerà ancora altri Natali. Anche il Papa, nella preghiera per il grande Giubileo, chiede a Dio "che guidi la Chiesa perché varchi con coraggio la soglia del nuovo millennio e porti alle generazioni future la Luce del mondo". La Madonna ci ha sempre detto come la preghiera e il digiuno possono mutare gli eventi e ancora: Le famiglie che scelgono Dio per Padre, la Chiesa come loro casa e me per Madre, non hanno nulla a temere dai segreti e niente da temere per l'avvenire.
E' un cuore di Padre che guida il mondo, il Cuore di Dio. * *
 
Padre Slavko in Inghilterra - E' l'ottava visita del Padre in Inghilterra nell'ambito dell'organizzazione di Bernard Ellis e "Network-Medjugorje" per una settimana di preghiera. Mentre gli altri anni si svolgeva ad Aylsford, presso i carmelitani, quest'anno ha avuto luogo in varie sedi. Anche Jelena Vasilj vi ha preso parte parlando della propria esperienza. Il 30 agosto si è svolto un incontro con 3mila giovani presso l'abbazia benedettina di Worth; e il giorno dopo con 2mila fedeli a Wintershire, luogo di conversione di Peter Hutley.
Il primo settembre abbiamo incontrato 800 fedeli nel seminario di S.Giuseppe presso Manchester e il 2 settembre una ventina di sacerdoti a Sunderland, presso Newcastle. Hanno partecipato alle spiegazioni dei messaggi e ai colloqui che ne sono seguiti anche tre pastori anglicani. Nella chiesa affollatissima ha fatto seguito il programma di preghiera di Medj. Il 3 settembre a Leicester abbiamo incontrato la comunità cistercense e insieme abbiamo pregato e poi parlato. Lo stesso programma si è svolto anche nella chiesa di S.Croce con grande partecipazione di fedeli.
Partiti il 4 settembre per l'Olanda, abbiamo visitato ad Amsterdam i prigionieri croati presso L'Aia, i quali con commozione hanno partecipato anche alla S.Messa. Il 5 settembre è seguito un incontro di preghiera della durata di un giorno nel santuario mariano belga di Beauraing, dove eravamo stati altre 3 volte. Vi hanno preso parte circa 2500 fedeli.
Siamo grati a Dio per queste esperienze di preghiera che hanno provato ancora una volta come la Madonna sappia attirare molte persone all'incontro con Gesù. (Press Bulletin)
 
Medj. fucina di vocazioni - L'americano P. Bernardo racconta: "Il mio vescovo mi consigliava spesso di non interessarmi delle apparizioni di Medj. e non aveva mai mostrato alcuna fiducia in esse. Ma un giorno, venuto a sapere che andavo a Medj., mi raccomandò di pregare in quel luogo per le vocazioni. Da parte mia sapevo che andavo a colpo sicuro, perché ogni volta che un prete della diocesi vi si recava, almeno ne veniva una vocazione. Mi sono fermato a Medj. per 4 mesi "sabbatici" a servizio dei pellegrini e al mio ritorno, fine '97, le prime parole del vescovo sono state: "Ti devo rimandare subito indietro!" Difatti in quel periodo nella nostra diocesi si erano presentati 10 candidati per il sacerdozio! P.Bernardo ricorda che dopo il primo pellegrinaggio a Medj. aveva detto al suo vescovo: "A Medj. mi sono sentito per la prima volta fiero di essere prete". La Madonna ha detto in passato: E' difficile oggi per un prete restare fedele. I preti non hanno bisogno dei vostri giudizi, ma delle vostre preghiere e del vostro amore. Aiutateli!
 
 
"Se foste uniti a Gesù
non ci sarebbe bisogno di Medj."

 
Così ha detto giorni fa ai pellegrini italiani la veggente Marija: "Per la Madonna la cosa più importante e il suo unico scopo è di metterci sul cammino della santità e di condurci a una profonda intimità con suo figlio Gesù. Questa comunione del nostro cuore con Cristo deve essere al primo posto nella nostra vita. Quando voi l'avrete raggiunta, non avrete più bisogno di Medj. e nemmeno di correre dai veggenti".
Come gli altri veggenti, Marija considera nocivo il fanatismo. Se c'è una persona non fanatica di Medj. è proprio la Madonna: tutta la sua vita è Gesù e il rapporto dei suoi figli con Lui. Medj. è un eccellente canale per questa grazia, ma il canale non deve essere confuso con ciò che esso porta.
Troppi sono bloccati nella crescita spirituale, perché attaccati più a un luogo di apparizioni o a certe devozioni che non alla persona di Gesù e di sua Madre. Quando il Signore verrà non ci chiederà quanti pellegrinaggi abbiamo fatto, se la tal persona importante ci ha benedetti, quante foto di veggenti o di immagini benedette abbiamo collezionato (anche se questo può averci aiutato). Che cosa resterà di veramente valido da offrirgli? Conterà solo essere ricchi di amore, amore che si ottiene vivendo il Vangelo e i messaggi.
Positivi i tests sui veggenti - Jakov che non aveva potuto essere esaminato in aprile dall'équipe di specialisti presso Como, è stato sottoposto agli stessi tests degli altri veggenti a Medj. verso la fine di agosto. I risultati dei tests di aprile non sono ancora noti, ma alcuni specialisti non nascondono che sono eccellenti.
(dal diario di suor Emmanuel)
 
Nella festa di S.Francesco, una lieta sorpresa ha rallegrato la Chiesa di Medj. Alla Messa serale del Transito una decina di giovani della parrocchia sono stati accolti nella comunità dei giovani francescani, mentre altri venti giovani, che ne facevano già parte, hanno fatto la prima promessa.
 
Gruppi di indiani provenienti dalle riserve canadesi, indigeni australiani -aborigeni- sono venuti a Medj. per 2 settimane nei loro costumi tradizionali, intrattenendo con canti e danze, davanti alla chiesa, i pellegrini e soprattutto i ragazzi che finalmente li vedevano con i propri occhi, non solo nei films.
 
Pellegrini del Kazakistan, venuti a Medj., hanno voluto riprodurre nella loro patria a Ozernoj, una croce identica a quella del Krizevac. E' stata benedetta dal card.Glemp e dal vescovo del Kazakistan Lenge.
 
Anche nel Panama Medj. ha lasciato una traccia evidente: è stata costruita una chiesa identica a quella di Medj., dove si svolge ogni sera lo stesso programma di preghiera, oltre all'adorazione del SS.Sacramento. Il santuario, dedicato alla Madre di Dio è stato benedetto nel maggio '97.
 
Un seminario per la guarigione interiore si è tenuto alla Domus Pacis, guidato da P.John Cheriaveliyl e sr.Margaritha Valappila. Riguardava specialmente le difficoltà della vita in famiglia. L'effetto sui 70 partecipanti è stato notevole.
 
AVVISI - Seminari di digiuno e di preghiera, guidati da P.Slavko, si svolgeranno, come tutti gli anni, presso la Domus Pacis in preparazione al Natale. Ecco le date: 29 novembre-4 dicembre; 5-10 dicembre; 14-20 dicembre. Se qualcuno che si fosse iscritto non potesse partecipare, è pregato di avvisare almeno una settimana prima. Per adesioni tel. (387)88651988; fax (387)88651444.
 
Un seminario per le guide di pellegrinaggi si è svolto dal 17 al 20 agosto '98. Tutti quelli che portano a termine con successo tali seminari possono entrare nell'Associazione guide e così lavorare presso il santuario, dopo aver ricevuto le debite informazioni. Le materie svolte riguardano la S.Scrittura, il messaggio cristiano, i messaggi della Vergine e il pellegrinaggio nell'ambito degli eventi di Medj.
L'Ufficio informazioni consiglia ai gruppi che arrivano a Medj. di rivolgersi a queste guide preparate per avere informazioni e spiegazioni attendibili.
Il programma di preghiera serale con il Rosario e la S.Messa potrà essere seguito d'ora in poi, non solo via radio, ma anche attraverso internet e audio off-line. E' in programma per il futuro anche il servizio video. Per queste attrezzature si è costituita l'Associazione dei sostenitori del Centro informativo MIR di Medj.
Chi vuole avere particolari notizie può scrivere all'e-mail: medjugorje-mir@medjugorje.hr; oppure al fax (387)88651444, specificando per il Centro informativo. (dal Press Bulletin)
Augurissimi per il 100mo numero del Press Bulletin, sempre raggiungibile via robofax: tel 00387-88-651555.
 
 

Gli arditi della carità
fino ai confini del Kosovo

Alberto Bonifacio ci manda all'ultimo momento una lunga interessante cronaca della prima avventura in Montenegro per i soccorsi ai profughi del Kosovo. Riportiamo per sommi capi. Difficoltà a non finire quando i 10 furgoni (di Lecco, di Finale Emilia, di Ghedi, di Crema e di Novara) arrivano, via mare, al porto di Bar (la latina Antibari) nel Montenegro, dove, dopo lunghe peripezie, devono rivolgersi al consolato, alla Caritas e perfino al vescovo emerito, per poter liberare i carichi, a caro prezzo, dagli artigli della dogana. Lasciato un furgone di soccorsi sul posto, il 1^ ottobre riescono ad arrivare a Ulcinj, dove 20.000 sono i profughi: ben più della popolazione della cittadina sul mare.
In poco tempo la gente in estrema povertà si ammassa e con l'aiuto del commissario per i profughi del comune, si può fare una distribuzione abbastanza ordinata a molte famiglie. Con i furgoni rimasti si va a Tuzi sul confine albanese, è la più grossa parrocchia del Montenegro con 4.500 cattolici. I 5 frati francescani ci accolgono cordialmente e si incaricano per una pronta distribuzione degli aiuti ai profughi lì rifugiati.
Quanto grande sia la passione che la Gospa ha messo nel cuore di questi suoi messaggeri della carità, si dimostra nel grave incidente occorso a uno dei furgoni, di ritorno, nei pressi del confine sloveno. "Uno dei conducenti, disteso sulla strada, tutto insanguinato e con il braccio frantumato, non si lamentava per sé, ma mi chiedeva se avrebbe ancora potuto tornare per portare aiuti. L'altro, con lo sterno fratturato stava molto male, ma il dolore più forte -diceva- lo sentiva perché era andato distrutto, pur senza sua colpa, il furgone che serviva per aiutare i poveri". (I due, ricoverati d'urgenza all'ospedale di Rijeka, hanno potuto rientrare in Italia il giorno dopo).
Per informazioni: Alberto Bonifacio Via S.Alessandro 26, 23855-Pescate (LC), tel. 0341/368487, fax 0341/368587; ccp 17473224; ccb 98230/Y Banca Popolare di 23900-Lecco.
 
 

"Io verrò nella tua casa..."

Non rimangono mai deluse le attese di chi partecipa all'annuale incontro guidato da p.Tomislav Vlasic a Colledonbosco (AT), centro di spiritualità e culla della famiglia salesiana. Il Comitato "Regina Pacis" di Torino organizza regolarmente questo incontro per chi desidera approfondire nel raccoglimento e nella preghiera il proprio cammino interiore alla scuola di Maria. E così anche il 10 ottobre scorso circa 2000 persone hanno stipato i locali del Santuario e si sono lasciati condurre dalla guida sapiente di p.Tomislav.
«"Io verrò nella tua casa..." è l'annuncio che Gesù rivolge a Zaccheo (Lc 19), tema sul quale si è riflettuto: "Quando intuiamo la presenza di Cristo alla soglia del nostro cuore, si manifestano in noi due diversi sentimenti: gioia, perché Dio è grande, infinito e pieno di doni e, contemporaneamente, paura, perchè Gesù è Luce pura che rivela ciò che in noi, nella nostra casa, è ancora in ombra, ciò che impolverato giace negli angoli. Questo provoca subito delle resistenze, perché nel profondo ci sentiamo peccatori e temiamo che Gesù con la sua rivelazione ci sorprenda, mentre noi desideriamo rimanere nascosti.
In genere cerchiamo Dio per appagare i nostri interessi, ma in questo modo la porta del cuore rimane chiusa e Gesù non può entrarvi. La luce divina sconvolge la nostra logica... Così come visitò Abramo, S.Paolo, la Vergine Maria, anche oggi Dio vuole visitare e trasformare l'uomo, il cosmo, l'universo. Quando visita un'anima, Dio la invita ad uscire da se stessa, dalla propria condizione di peccato: Abramo ha dovuto "uscire" dal suo atteggiamento di possessività, per quanto esso fosse legittimo e profondamente radicato nella sua anima di padre. Nel momento in cui è "uscito", è divenuto padre di molti popoli.
Quando preghiamo e sentiamo che Dio penetra la nostra vita, dobbiamo subito "uscire" da noi stessi per poter essere trasformati dalla presenza di Cristo in noi. Il pericolo maggiore per l'anima è il nostro egocentrismo, perché esso ha il potere di bloccare l'azione di Dio: l'ingresso di Dio in noi è infatti condizionato dalla nostra disponibilità ad essere trasformati. Gesù, entrato nella casa di Pietro per guarire la suocera, finì per guarire anche altri presenti solo perché questi si erano aperti alla sua presenza. In un'altra occasione Gesù cambiò interiormente Zaccheo, che si era detto disposto a seguirlo... Anche quando il Maestro visitò Matteo lo invitò a lasciare tutto, ad uscire dal proprio mondo per diventare discepolo. Dio ci visita perché desidera portarci al Padre. Arriviamo allora al punto centrale della nostra riflessione: non è sufficiente che noi preghiamo, adoriamo, pratichiamo la nostra devozione... In tutto ciò deve esserci una forte decisione a cambiare continuamente e la totale disponibilità ad essere trasformati, ad uscire dal proprio mondo per entrare nel mondo di Dio.
Il desiderio che Gesù ci visiti deve equivalere quindi alla disponibilità ad essere cambiati. Esistono due elementi fondamentali che ci aiutano ad uscire da noi stessi: l'umiltà e la serenità di spirito. Essi ci permettono di rompere il blocco dell'orgoglio e della logica umana e ci aiutano ad avere una fiducia incondizionata in Dio. Maria al momento dell'Annunciazione era umile e serena e proprio per questo Dio ha voluto entrare nel cuore e nel corpo della Vergine.
Se ci impegnamo a custodire la serenità interiore favoriremo la crescita della nostra fiducia incondizionata in Dio. Chi sviluppa questa fiducia, apre il suo essere e riconosce che Dio è Amore; sboccerà come una pianta a primavera. La tragedia dell'uomo è la sua incapacità ad aprirsi all'Amore e alla Bontà di Dio, perché satana farà di tutto per bloccare questa apertura.
Aperte a Dio le nostre anime cominceranno a generare. Per questo propongo di compiere due passi. S.Paolo scrive che l'Amore e la Pace di Dio oltrepassano ogni pensiero umano. Allora bisognerebbe spegnere ogni pensiero e permettere che l'Amore di Dio agisca oltre. In secondo luogo, bisogna credere fermamente che Dio ci perdona anche quando il nostro cuore ci accusa, spinto da rimorsi, scrupoli, sensi di colpa, ferite...
Non possiamo uscire da noi stessi e venire guariti se non ci apriamo ad una fiducia che oltrepassa tutto ciò, alla certezza che Dio è buono e che farà di tutto per salvarci. L'anima deve trovare aperta la porta della salvezza, la porta attraverso la quale si viene trasformati.
Ma chi può aiutarci a fare tutto questo?... Maria Santissima. Dobbiamo diventare suoi amici! Non limitiamo la nostra devozione ad una recita, ma apriamoci interiormente per sentire la presenza della Madre. Diventiamo amici degli Angeli, degli Arcangeli: essi ci comunicheranno la vita del loro spirito. Questi esseri puri contemplano continuamente Dio e ci trasmettono la loro costante apertura. In tal modo le nostre anime si ammorbidiranno, le chiusure svaniranno e noi verremo rigenerati.
Dio ha dato molti segni della sua presenza nel corso della storia. Ma ciò conta poco quando manca la nostra attenzione interiore, il desiderio di guardare, seguire, comprendere il Signore. Dio vuole toccare i livelli più delicati della nostra anima. Allora, nella preghiera, cerchiamo di non pronunciare solo delle parole, ma lasciamo che Dio ci tocchi nel profondo; chiediamogli di trasformarci, di donarci la Luce, di introdurci nella verità piena. E quando saremo arrivati a sentire in noi gli impulsi dello Spirito Santo, lasciamo libero Dio di agire con una dinamica forte: la dinamica della Risurrezione. Così vinceremo la nostra morte interiore, l'incapacità di trasmettere la potenza di Dio, l'incapacità di vivere in armonia con gli altri.
Dobbiamo permettere che Dio ci coinvolga, ci trasformi, ci promuova, e allora sperimenteremo quanto la vita del cristiano sia una vita di qualità. E' ancora il tempo di quelle grazie particolari che Dio dona agli uomini per portarli alla risurrezione, allo sbocciare delle anime. Apriamole dunque a Gesù, perché Egli desidera visitarci per trasformarci in creatura nuova».
 
sr. Stefania
 
P.Tomislav guiderà il CONVEGNO PER GIOVANI "Incontro con Dio Padre", da giovedì 7 a domenica 10 gennaio, a Numana (AN). Informazioni e iscrizioni - per il Nord Italia: Roberta, tel. 0332/977649 o Agostino, tel. 030/902733; per il Centro: Andrea, tel. 071/82425; per il Sud: Carmine, tel. 081/5560308.
 

Jelena: "come la Madonna
ci ha insegnato a pregare"

Così ha parlato Jelena Vasilj ai pellegrini italiani e francesi il 12 agosto '98:
"Il cammino più prezioso che abbiamo fatto con la Madonna è stato quello del gruppo di preghiera. Maria aveva invitato i giovani di questa parrocchia e lei stessa si era offerta come guida. All'inizio aveva parlato di quattro anni, poi non abbiamo saputo come staccarci, e così abbiamo continuato per altri quattro anni. Penso che chi prega può sperimentare ciò che Gesù voleva dire a Giovanni quando gli ha affidato la Madre. Infatti attraverso questo cammino la Madonna ci ha veramente dato vita ed è diventata nostra Madre nella preghiera; per questo ci facciamo sempre accompagnare da Lei.
Che cosa ci ha detto sulla preghiera? Cose molto semplici, perché non avevamo altri riferimenti spirituali. Non avevo mai letto S.Giovanni della Croce o S.Teresa d'Avila, ma attraverso la preghiera la Madonna ci ha fatto scoprire le dinamiche della vita interiore. Come primo passo c'è l'apertura a Dio, soprattutto attraverso la conversione. Liberare il cuore da ogni impedimento per poter incontrare Dio. Quindi ecco il ruolo della preghiera: continuare a convertirsi e diventare come Cristo.
La prima volta è stato un angelo che mi ha parlato dicendomi di lasciare il peccato e poi, attraverso una preghiera di abbandono, cercare la pace del cuore. La pace del cuore è prima di tutto liberarsi da tutte quelle cose che sono di ostacolo all'incontro con Dio. La Madonna ci ha detto che solo con questa pace e liberazione del cuore possiamo iniziare a pregare. Questa preghiera, che è anche della spiritualità monastica, si chiama raccoglimento. E' importante capire però che l'obiettivo non è solo una pace, una quiete, ma è l'incontro con Dio.
Nella preghiera, comunque, non si può parlare di fasi, di segmenti, perché tutto questo si incontra anche se io ora sto facendo un'analisi. Non posso dire che la pace, l'incontro con Dio arriva al tal minuto, ma vi sto incoraggiando a cercare questa pace. Quando ci liberiamo, qualcosa ci deve riempire, infatti Dio non ci vuole far rimanere orfani nella preghiera, ma ci riempie del suo S.Spirito, della sua vita. Per questo leggiamo le Scritture, per questo in modo particolare preghiamo il S.Rosario.
A tante persone il Rosario sembra una contraddizione alla preghiera feconda, ma la Madonna ci ha insegnato quanto questa sia una preghiera contemplativa. Cos'è la preghiera se non questo continuo immergerci nella vita di Dio? Il Rosario ci permette di entrare nel mistero dell'Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Cristo. La ripetizione è utile perché la nostra natura umana ha bisogno di questo per far nascere una virtù. Non abbiate paura della ripetizione, anche se c'è il rischio che la preghiera diventi esteriore. S.Agostino ci insegna che più noi ripetiamo, più noi preghiamo, più il nostro cuore si allarga. Quindi quando voi insistete nella vostra preghiera, siete fedeli e non fate altro che invitare la grazia di Dio nella vostra vita: tutto dipende dalla nostra libertà e dal nostro sì.
E poi la Madonna ci ha insegnato a non dimenticare che la preghiera è una forma di ringraziamento che è vero atteggiamento interiore di riconoscenza a Dio per tutte le cose meravigliose che ha fatto. Questo ringraziamento è anche segno della profondità della nostra fede.
 
Poi la Madonna ci ha invitati a benedire sempre, certo non parlo della benedizione sacerdotale, ma dell'invito a mettersi alla presenza di Dio in ogni circostanza della nostra vita. Benedire significa vivere come Elisabetta che ha riconosciuto la presenza di Dio in Maria: così devono diventare i nostri occhi; penso che sia questo il più grande frutto della preghiera, perché tutte le cose sono piene di Dio e più noi preghiamo, più i nostri occhi guariscono per riconoscere. Questo, in sintesi, è come noi abbiamo strutturato l'esperienza di preghiera".
D. Ho sentito dire che la Madonna ha una voce di mandolino.
R. Non sarebbe giusto per gli altri strumenti! Io non posso commentare questo aspetto, perché non sento una voce esteriore.
D. Lo scoraggiamento è qualcosa di umano o può venire dal maligno?
R. Può essere una grande tentazione legata al nostro orgoglio, quando non ci affidiamo alla provvidenza divina e al progetto che Dio ha per noi. Spesso così perdiamo la pazienza con Dio e quindi anche la nostra speranza. Come dice S.Paolo la pazienza genera la speranza, quindi guardate alla vostra vita davvero come ad un cammino.
Bisogna avere pazienza con se stessi, ma anche con gli altri. Talvolta c'è bisogno di una guarigione particolare e ci vuole un aiuto più specifico. Penso comunque che nella vita spirituale bisogna abituarsi a questo paradosso di vivere la vera tristezza per i nostri peccati; ma questo non deve essere occasione di disperazione. Se disperiamo sui nostri peccati o sui peccati degli altri, è segno che non ci siamo affidati a Dio. Satana sa che questa è al nostra debolezza e quindi ci tenta così.
 
Necessità di un gruppo e di una guida spirituale -
D. Che cosa può dirci per seguire lo stesso cammino?
R. Prima di pensare alla giornata di preghiera, pensate ad un gruppo di preghiera, soprattutto i giovani. E' molto importante vivere la nostra spiritualità non solo nella dimensione verticale, ma anche orizzontale. Questo porta ad una fedeltà quotidiana personale. Per quanto riguarda sia i giovani che i non giovani, la Madonna raccomanda non so quante volte la preghiera in famiglia. A volte quando preghiamo ci fa pregare per le famiglie, perché Lei vede la soluzione di tanti problemi nella preghiera familiare. La famiglia è il primo gruppo di preghiera e per questo ci ha raccomandato di iniziare la nostra giornata pregando in famiglia, perché chi fa la vera unione tra i membri della famiglia è solo Cristo.
Poi raccomanda la Messa quotidiana; e se per necessità si salta la preghiera, si vada almeno alla S.Messa, perché quella è la preghiera più grande e dà senso a tutte le altre preghiere. Tutte le grazie vengono dall'Eucaristia e quando preghiamo da soli, siamo ancora nutriti dalla grazie che riceviamo nella S.Messa.
Oltre alla Messa la Madonna ha raccomandato di pregare tante volte durante la giornata, impiegando anche 10-15 minuti per entrare nello spirito della preghiera. Sarebbe bello se riusciste a stare anche un po' in silenzio, un po' in adorazione. La Madonna ha detto di pregare tre ore; in queste ore è inclusa la lettura spirituale che è molto importante perché richiama la vita spirituale di tutta la Chiesa.
D. Prima di avere le locuzioni come era la tua preghiera?
R. Pregavo come tanti di voi che vengono qua, una vita retta, andavo a Messa la domenica, pregavo prima di mangiare e durante qualche particolare festa pregavo di più, ma certo non c'era questa familiarità con Dio. Dopo è venuto un invito forte all'unione con Dio nella preghiera.
Dio non ci invita a pregare solo per metterci a posto: magari faccio tante cose, accontento tante persone e così anche Dio. Lui ci chiama ad avere una vita comune insieme a Lui e ciò capita nella maggior parte della preghiera.
D. Come hai fatto a capire che queste locuzioni non venivano dal maligno?
R. Per mezzo di un frate, p.Tomislav Vlasic, che voi sicuramente conoscete. E' essenziale per una vita spirituale il discernimento dei doni.
D. Come è stata la tua trasformazione spirituale con le locuzioni?
R. Per me è un po' difficile parlarne perché avevo 10 anni quando sono iniziate le locuzioni e poi Dio trasforma tutti i giorni. L'uomo è l'unica creazione non finita; se doniamo la nostra libertà a Dio, noi diventiamo completi e questo cammino dura tutta la vita, quindi anche io sono solo in cammino.
D. Hai avuto paura all'inizio?
R. Paura no, però forse un po' di confusione, un po' di incertezza.
D. Quando facciamo delle scelte spirituali, come possiamo riconoscere il vero discernimento?
R. Io penso che spesso cerchiamo Dio solo quando dobbiamo prendere una decisione o vorremmo conoscere ciò che dobbiamo fare nella nostra vita e aspettiamo una risposta immediata, quasi miracolosa. Dio non fa così. Per risolvere i problemi dobbiamo diventare uomini e donne di preghiera; dobbiamo abituarci ad ascoltare la sua voce e questo ci permetterà di riconoscerlo. Perché Dio non è un juke-box dove mettete una moneta ed esce ciò che volete sentire; in ogni caso, se si tratta di una scelta importante, io consiglierei l'aiuto di un sacerdote, una guida spirituale costante. (continua sul prossimo numero)
 

Che cosa teme satana

In passato don Amorth ci ha parlato più volte del dramma "unico" di una posseduta, Giovanna, raccomandandola alle nostre preghiere. Alcuni lettori ci hanno scritto per aver notizie su di lei. «Giovanna -scrive il fratello missionario p.Ernesto - non è ancora liberata e soffre sempre di più. Su di lei si scagliano ininterrottamente gli strali del nemico di Dio... Vogliamo aiutare questa sorella crocifissa che paga specialmente per i sacerdoti? ("Me ne ha strappati tanti ed è per questo che è la mia disperazione" ha confessato satana). Ma in che maniera possiamo aiutarla? Soprattutto con la S.Messa e il Rosario, possibilmente intero e recitato in comune...»
Ecco che cosa accadde durante un esorcismo condotto da p. Candido, il famoso esorcista di Roma: «Stavamo pregando il Rosario quando, presa da satana, Giovanna mi strappa la corona facendola a pezzi, sibilando: "Voi e la vostra devozione da vecchiette!" Allora p.Candido le mette al collo una grande corona, ma Giovanna non la può sopportare e torce collo e testa in tutte le direzioni, ansimando furiosamente. "Come mai hai paura della devozione delle vecchiette?" lo sfida p.Candido. Satana risponde gridando: "Mi vince". Il Padre incalza: "Poiché hai osato offendere il Rosario di Maria, ora devi tesserne le lodi. In nome di Dio, rispondi: E' potente il Rosario?" Risposta: "E' potente nella misura in cui si recita bene". "Come si fa a recitarlo bene?" R. "Bisogna saper contemplare". "Cos'è contemplare?" R. "Contemplare è adorare". "Ma Maria non si può adorare!" R. "E' vero, si, ma è adorabile (?!)". E prendendo con grazia tra le dita un grano della corona dice: "Ogni grano è una luce e bisogna dirlo così bene che nemmeno una stilla di questa luce vada perduta". Strano predicatore che, contro voglia e contro se stesso, ha dovuto ammettere la potenza del Rosario!»
 
 
Riceviamo: Marija Pavlovic' racconta su Medj., integrato da tutti i messaggi della Regina della Pace, ed. Shalom, Camerata Picena (AN);
P. A. Valentini, La Madonna ritorna sulla terra, Convento francescano, V. Caduti senza croce 5, 37133-Verona, tel 045-8002746;
Tornielli-Zangrando, Papa Luciani, il parroco del mondo, ed. Segno, Udine.
 
 
Per il nuovo ospedale "P.Pio" a Medj.
 
All'Ufficio tecnico di Citluk è stato presentato il primo stralcio del progetto esecutivo. Abbiamo pregato per l'impresa il 24 maggio al Palavobis di Milano. Era la vigilia del compleanno di P. Pio ed è stata offerta e benedetta una sua statua a grandezza naturale, che il 13 agosto P.Slavko e il confratello P. Barnaba di Roma hanno solennemente collocato nel Centro Medico Regina Pacis di Vionica - Medj., primo nucleo operativo dell'ospedale "P.Pio".
Il centro medico sarà funzionante alla fine del prossimo anno, con guardia medica attrezzata, laboratori di analisi e diagnostica, poliambulatori, riabilitazione motoria, uniti ai Centri "P.Pio" di S.Giovanni Rotondo. Pensiamo anche a un piccolo laboratorio di protesi per i mutilatini di guerra.
Ma quali costi? Ci affidiamo alla Provvidenza. Potete dare il vostro contributo in lire it. sul ccp 11958434, intestato ad Associazione "Solidarietà e aiuto per la Casa Internazionale della Pace", Via Gen. Dalla Chiesa, 38/a, 43015-Noceto (PR).
P. Mannes M. Ghizzardi OP

 
La Madonna pellegrina in Italia - l'Associazione "Madonna Pellegrina" annuncia che il 5 dicembre 1998 nel santuario della S.Casa di Loreto, il vescovo Mons. A. Comastri benedirà le statue destinate a partire per la "peregrinatio" nell'anno 1999. Sono invitati anche quelli che non l'hanno ancora potuto organizzare nella propria zona. Già 20 centri hanno aderito.
 
Per il Santuario Regina della Pace in Camerun - Sono già pronti il progetto per il lavori e i permessi per la costruzione. In seguito al nostro annuncio sono arrivate le prime offerte dalla Francia. Chi vuole aiutare quest'opera di Maria in Africa, si rivolga a Comunità Mariana-Oasi della Pace, 02036-Passo Corese (RI) col ccp 11782026, oppure al ccb 5115/36, Banca di Roma, filiale di 02036-Passo Corese, specificando sempre "pro Santuario Regina della Pace, Africa-Camerun".
 
Sacre rappresentazioni per la Sicilia e la Sardegna offerte dall'Associazione Arte Drammatica "Verona" per il 1999, in preparazione al Giubileo. Tutto gratuitamente, senza dover rimborsare alcuna spesa. Rivolgersi a GAD, V. Segantini 14, 37138-Verona, tel-fax 045-567894.
 
I 4 volumi delle meditazioni dei padri Tomislav e Slavko -Aprite i vostri cuori a Maria; Abbandonatevi totalmente a Me; Pregate col cuore; Vi supplico: ascoltate i miei messaggi e viveteli - sono ancora i più validi per conoscere il vero spirito dei messaggi. Sono gratuiti e disponibili nelle principali lingue presso:Amici di Medjugorje, v. Nirone 9, 20123-Milano.
 
* Viaggio a Medjugorje - Pullman giornaliero da Trieste (vicino a staz. FFSS) ore 18, con arrivo a Medj. alle 08 del mattino successivo; riparte alle 18 da Medj. con arrivo a TS alle 08 (tel 040-425001; £ 108mila, con prenotazione, a/r). Per mare traghetto da Ancona, lunedì, mercoledì, venerdì ore 21, sabato ore 22: tel. 071-55218, fax 202618 (ag. Mauro), oppure tel. 071-204915, fax 202296 (ag. Morandi).
 
L'Eco di Maria nelle lingue principali si trova a Medjugorje nel nuovissimo negozio Shalom, a destra davanti alla Chiesa ed ora anche presso Ain Karim, ultimo negozio della Galleria sotto l'Hotel Internazionale, nella strada antistante la Chiesa.
 
 
Ci consolano le tante lettere di adesione che riceviamo: una per tutte quella di Otto Mueller che lascia a Rita Gervais la gestione dei quasi 5mila (!) indirizzi della Svizzera tedesca: "l'Eco è sempre redatto in una maniera meravigliosa. Ci sono anche molti lettori che me lo dicono". E' un po' troppo. Se fosse proprio così, non sarebbe certo merito nostro.
Ci scusiamo se per l'abbondanza del materiale, dobbiamo rimandare ancora alcuni articoli già annunciati e altri interessanti quesiti.
I ceki, che sono oggi tra i più numerosi pellegrini di Medj., chiedono insistentemente un'edizione di Eco nella loro lingua. Lanciamo la proposta perché qualcuno l'accolga.
 
IN FAMIGLIA
 
Il 21 novembre '98 l'Eco comincia il 16. anno. Sembra sempre morire per i tanti guai e le assenze di chi vi lavora. Eppure torna sempre a uscire, per gli inimmaginabili interventi di Colei che finora l'ha voluto. Rendiamo grazie a Dio con tutti i santi. Con gli altri collaboratori ammalati, affidiamo al Cuore I. di Maria, il giovane compositore delle nostre lingue, Matteo, assente per cure e ora provvidenzialmente sostituito da Alessandro.
Un piccolo bilancio alla fine del 15^anno. Da Mantova partono circa mezzo milione di copie delle 5 lingue principali (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo), mentre le altre 11 edizioni autonome ne fanno ben più di 300 mila. In tutto oltre le 800.000 copie. Ora spediamo anche 2000 copie di albanese.
Ringraziamo di cuore e offriamo a Dio tutti i generosi che donano anche per quelli che non possono e quindi rendono possibile che l'Eco sia gratuito e arrivi a tutti. Segnaliamo la generosità della Francia, della Svizzera tedesca e della Svizzera italiana, per le loro regolari e abbondanti raccolte. Ora abbiamo veramente bisogno. Per questo inseriamo come ogni anno il ccp da compilare in stampatello in ogni sua parte. Siccome cresce sempre la richiesta di invio individuale per posta, preghiamo chi riceve i pacchi per la distribuzione a mano, di diminuire le copie.
Augurando a noi e a voi di ritornare al primitivo fervore per la gioia comune, invochiamo su tutti la benezione di Dio e la benedizione materna per tutto questo tempo che ci prepara alle feste dell'Immacolata e del Natale.
 
Villanova M., 28.10.1998
 
Don Angelo

 


 

PC version: Questa pagina | Medjugorje | Apparizioni  | Messaggi  | Articoli i Attualitaè  | Galleria[EN]  | Medjugorje Videos[EN]