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Eco di Maria Regina della Pace 134 (Luglio-Agosto 1997)

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Eco di Maria
Regina della Pace 134

 

 

Luglio - Agosto 1997

 


Se non è il Signore che costruisce la casa...
Pregare per lasciare agire Dio

Nel messaggio di aprile la Vergine ci invitava a cogliere il frutto della Pasqua: l'unione della nostra vita a Dio Creatore.
Ma se pecchiamo volontariamente e rimaniamo nel peccato, la vita si interrompe e si torna alla morte. Per questo Maria ci ammoniva seriamente: Figlioli, vi invito a lasciare il peccato e ad accettare la preghiera in ogni tempo. La preghiera quindi è l'opposto della vita di peccato, perché con essa si vive un rapporto con Dio, fonte di ogni bene. La preghiera è questione di vita o di morte. Ce lo ripete anche nei messaggi di maggio e di giugno.
Maria fa eco alla parola di Gesù: Bisogna pregare sempre senza stancarsi mai. Non a caso da quasi 16 anni Ella, pur con la sua delicatezza materna, ci martella con quella parola: Pregate, tanto è fallimentare la vita senza preghiera. Perché non siamo noi ad operare la salvezza, ma è Dio che la opera servendosi di noi: Il Padre mio opera sempre ed anch'Io opero (Gv 5,17).
E questo è possibile solo se nella preghiera ci apriamo alle sue ispirazioni, anzi ai suoi ordini, e ci disponiamo, come docili strumenti nelle sue mani, per la realizzazione del disegno, che non è nostro, ma Suo.
Maria rovescia la nostra pastorale di programmi e di attività febbrili, frutto della mancanza di esperienza interiore, che ci mette in una vana concorrenza con il mondo, e stabilisce il primato della preghiera del cuore, della preghiera in famiglia, della preghiera di gruppo, in cui lo Spirito Santo crea la comunione, vero segno del Regno di Dio. La preghiera di fede poi mette in azione l'Onnipotente, più di tutte le iniziative architettate a tavolino.
Quando poi nelle nostre fatiche ci sentiremo oppressi dall'umiliazione, dall'impotenza, pensiamo che uguale sorte toccò a Gesù. Ma mai la sua preghiera fu più efficace come nel Getsemani e nell'agonia della croce. E proprio nel sepolcro è venuta la sua vittoria. Egli ha già vinto il mondo ed è risorto e attende che anche oggi si attualizzi la sua vittoria, purché rimaniamo fermi nella sua Parola e nella preghiera della fede.
I messaggi di Maria sono una rivoluzione pastorale nell'epoca in cui l'uomo, che ha scoperto tutto, pensa di dover fare tutto e non lascia operare Dio. Ma se non è il Signore che costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori... E dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo (Sal 126). E' Lui che dà fecondità alla Chiesa e chiama quelli che vuole nella sua vigna. A noi chiede solo di pregare perché mandi operai nella sua messe... E nient'altro! Perché non dipende da chi vuole, né da chi corre, ma da Dio che usa misericordia (Rom 9,16).


Messaggio di Maria del 25.05.1997:

Cari figli, oggi vi invito a glorificare Dio. Che il Nome di Dio sia santo nei vostri cuori e nella vostra vita. Figlioli, quando siete nella santità di Dio, Dio è con voi e vi dona la pace e la gioia che vengono da Lui solo tramite la preghiera.
Perciò, figlioli, rinnovate la preghiera nelle vostre famiglie e il vostro cuore glorificherà il santo Nome di Dio e il paradiso regnerà nel vostro cuore. Io vi sono vicino e intercedo davanti a Dio per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

"Glorificate Dio nei vostri cuori... e nelle famiglie"

Il messaggio odierno ripete e spiega le prime parole con cui Gesù ci insegna a rivolgerci al Padre "suo e Padre nostro": sia santificato il tuo Nome (sembrano così fissate perché non debbano cambiare...).
Anzitutto la Madonna ci invita a glorificare Dio nei nostri cuori. Tutta la creazione glorifica Dio, come ogni opera esalta il suo autore: ma la sua gloria deve splendere soprattutto nella più grande opera da Lui creata: il cuore umano.
Sì, nei nostri cuori e nella nostra vita sia santificato il Suo nome. Questo vuol dire che la nostra vita deve riflettere la santità di Dio. E' questo che desidera Dio: che i suoi figli gli assomiglino: Siate santi perché Io sono santo, dice il Signore (Lev 19,2 e 1Pt 1,16).
Se così è, anche gli altri Lo riconosceranno in noi e quindi Gli daranno gloria attraverso di noi. Ma se noi, professando Dio esteriormente, non vivremo secondo i suoi comandi, gli altri non vedranno il Nome santo di Dio in noi, anzi lo bestemmieranno, come afferma il profeta: il mio Nome è profanato in mezzo alle genti per causa vostra (cf Ez 36,22). Glorificate dunque Dio nei vostri cuori. Chiediamoci che cosa dobbiamo togliere o fare concretamente per non disonorare il Nome santo di Dio in noi.
Quando siete nella santità di Dio, Dio è con voi... Si dirà: ma essere nella santità di Dio è ben difficile! Anzi diciamo impossibile per le nostre forze. Ma quando abbiamo il cuore aperto a Dio nella preghiera, Egli ci comunica il suo Spirito e allora a noi sembrerà impossibile offenderlo, anzi sentiremo il bisogno di fare tutto per suo amore, cercando ad ogni passo la sua volontà; e in questo sta proprio la santità: Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio (1 Cor 10,31).
Quando poi il canale con Dio è aperto, cioè quando preghiamo, Egli ci comunica pace e gioia. Come è diverso tutto questo dal continuo lamentarsi che molti fanno, dal vedere solo cose negative e criticare tutto! Occorre aver l'occhio puro per vedere ciò che continua a operare Dio e rimanerne sbalorditi, mentre si rimpicciolirebbero le nostre miserie quotidiane. E alla fine lo ringrazieremmo anche delle difficoltà, malattie, croci perché siamo certi che Egli tutto trasforma in bene e in questa maniera arriva a compiere i suoi piani su di noi. La Madonna sembra insegnarci a ripetere in ogni circostanza la preghiera di lode: Lode e gloria a te, Signore Gesù.
Perciò rinnovate la preghiera nelle vostre famiglie. Maria dice "rinnovate" perché la preghiera deve essere sempre un rapporto nuovo con Dio, come sempre nuovo è l'amore. La preghiera si rinnova anche quando l'uno e l'altro a turno nella famiglia prendono l'iniziativa ed esprimono le proprie intenzioni: altrove ha detto: siate attivi nella preghiera.
Con la preghiera facciamo entrare Dio nella famiglia ed allora è Lui che la provvede, la tiene unita e la fa crescere, rimedia anche ai guai e medica le ferite. Se la famiglia si mette sotto lo sguardo di Gesù, ci si accorge di ciò che non va e vi si pone rimedio con l'aiuto della sua grazia. Ma quando la famiglia è lasciata alla mercé delle passioni, degli umori e dei capricci dei singoli, si può arrivare a divisioni insanabili e anche allo sfasciamento completo.
Quali beni vengono dalla preghiera in famiglia! Se la famiglia dice: Sia santificato il tuo Nome, allora i singoli capiranno di dover togliere il peccato, che è il contrario della santità di Dio. Così i cuori glorificheranno il nome di Dio e la sua gloria si rifletterà su di loro.
E sarà il paradiso anticipato. Questa non è utopia, ma è dono che Dio fa a quelli che lo temono. Perché questo si realizzi la Madre ci assicura che ci è vicina e intercede davanti a Dio per noi. Il mondo nuovo, anzi il cielo sulla terra, non aspettiamolo da altrove, ma dalla nostra famiglia unita sotto lo sguardo di Dio.


Il Papa in Polonia:
Europa, ritorna a Cristo!

Il S.Padre stesso ha riassunto i motivi principali del suo lungo pellegrinaggio dal 31 maggio al 10 giugno in Polonia nel nome di Gesù: 1. L'esaltazione della Sua presenza al Congresso Eucaristico internazionale di Wroclaw (Breslavia); 2. Il ricordo del millennio di un grande testimone di Gesù, S.Adalberto, vescovo di Praga ed evangelizzatore dei popoli del centro Europa fino alle rive del Baltico, dove trovò il martirio; 3. Nel nome di Gesù, sapienza incarnata, il ricordo dei 600 anni di fondazione della Facoltà Teologica all'università di Cracovia, che irradiò la cultura cristiana in tutta Europa: di essa fu fondatrice, assieme al marito Ladislao Jagellone, la regina Edwige, che il Papa ha canonizzato in una memorabile Eucaristia, davanti a un milione e mezzo di persone.
Quanti si aspettavano un'accoglienza tiepida in Polonia, dopo i trionfi del passato già dimenticati, hanno dovuto ricredersi (si calcola che sei milioni di polacchi l'abbiano seguito). E hanno dovuto riconoscere in questo uomo, vecchio e cadente, un potere sconosciuto, ma a noi ben noto: è l'energia del granello di senape che agisce in lui e la stella di Maria che lo guida. La sua sapienza lungimirante e piena di certezze e di speranze, ha conquistato i cuori e fatto ricredere gli scettici.
1. Il pane dell'uomo - Sulla spianata del centro di Wroclaw, davanti a 500mila persone, il S.Padre ha celebrato la Statio Orbis, cioè "attorno a questo altare è presente la Chiesa di tutto l'universo per fare la professione di fede nell'Eucaristia e cantare l'inno di ringraziamento per questo ineffabile dono".
Qui ha posto l'accento sul tema del Congresso: La libertà di Cristo ci ha liberato, spiegando che "la vera libertà esige l'ordine morale, l'ordine dei valori, della verità e del bene comune, mentre quando nella sfera morale regna il caos, l'uomo diventa schiavo degli istinti e delle passioni... Dire che la Chiesa è ostacolo all'autonomia dell'uomo è inaudita falsificazione della verità".
Invocando Dacci oggi il nostro pane quotidiano, ha ricordato "la fame nel mondo, un dramma che accusa tutti, mentre la terra è in grado di nutrire tutti... Mancanza di lavoro è segno di sottosviluppo sociale ed economico. Chiedo a Dio che quanti vogliono ottenere onestamente il pane, abbiano le condizioni per farlo".
2. Le radici cristiane dell'Europa - Sulla tomba di S.Adalberto a Gniezno, si sono riuniti i sette presidenti delle repubbliche toccate dalla missione del Santo martire: Cechia, Slovacchia, Germania, Ungheria, Ucraina, Polonia, Lituania. A questi capi di stato, riciclati o laicissimi, il Papa si è permesso di dire: "Le fondamenta dell'unità europea sono costruite sul cristianesimo perché senza Cristo è impossibile comprendere l'uomo...
Furono le schiere dei santi missionari, come S. Adalberto, a portare ai popoli europei l'insegnamento sull'amore del prossimo, persino per i nemici, fino al dono della vita per loro.
Di questa buona novella hanno vissuto i nostri fratelli e sorelle dei successivi secoli e ne restano i segni nei muri delle chiese, negli ospedali, nelle università, nell'arte, nella letteratura. Dal Vangelo venivano poste le fondamenta dell'unità spirituale dell'Europa..."
3. Ritornare all'unità - E qui nell'omelia il Papa ha compiuto il suo volo d'aquila in vista del 2° millennio. "Oggi, dopo diciotto anni, occorrerebbe tornare a quell'omelia di Gniezno, che in un certo senso divenne il programma del Pontificato. Essa fu prima di tutto un'umile lettura dei disegni di Dio, per gli ultimi venticinque anni del nostro millennio. Dicevo allora: «Non vuole forse Cristo, non dispone forse lo Spirito S. che questo Papa polacco, Papa slavo, proprio ora manifesti l'unità spirituale dell'Europa cristiana, che sappiamo composta da due grandi tradizioni: quella dell'occidente e quella dell'oriente?» Cristo vuole, lo Spirito S. dispone che questo sia detto anche oggi, proprio qui...
"Quale straordinaria ora della storia ci vien dato di vivere! Cristo chiama ciascun di noi a preparare la nuova primavera della Chiesa. Egli vuole che la Chiesa entri nel nuovo millennio piena di freschezza.
"Rendo grazie a Dio Onnipotente per il grande dono della libertà concesso alle nazioni d'Europa: Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmato di gioia!... Ma non sarà che dopo la caduta di un muro, quello visibile, se ne sia scoperto un altro, quello invisibile che continua a dividere il nostro continente, muro che passa attraverso i cuori degli uomini? E' un muro fatto di paura e di aggressività, di mancanza di comprensione per gli uomini di diversa origine; è il muro dell'egoismo politico ed economico, dell'affievolimento della sensibilità riguardo al valore della vita e alla dignità di ogni uomo... Non ci sarà unità d'Europa fino a quando essa non si fonderà nell'unità dello spirito... L'attuale mancanza della sua unità spirituale scaturisce principalmente dalla crisi di questa autocoscienza cristiana".
4. "Pregate perché veda il 2000" - Il card. Wyszynski gli aveva detto al momento della sua elezione: "Devi portare la Chiesa nel terzo millennio". Perciò -ha aggiunto il Papa a braccio davanti a mezzo milione di persone a Gorzow W.- dovete pregare Dio che io possa realizzare questo compito".

5. La preghiera del Papa alla Madonna Nera di Czestochowa, è stato uno dei momenti più alti e toccanti del suo pellegrinaggio: Madre della Chiesa, porto ai tuoi pedi tutta la Chiesa. Qui porto tutta l'umanità intera. Affido alla tua intercessione la preparazione al grande Giubileo...

6. Il Papa ha trascorso due giorni a Zacopane, la cittadina sui monti Tatra, dove ha consacrato il santuario che i fedeli hanno voluto dedicare al Cuore Immacolato di Maria, come ringraziamento per il fallito attentato in Piazza S. Pietro del 13 maggio '81. Il S.Padre ha preso occasione per riproporre il messaggio di Fatima, che "consiste nell'esortazione alla conversione, alla preghiera, specialmente quella del Rosario e alla riparazione per i propri peccati e per quelli di tutti gli uomini e che mira alla trasformazione interiore dell'uomo...
"Il messaggio di Fatima infonde l'amore del Cuore della Madre, che è sempre aperto al figlio, mai lo perde di vista, lo pensa sempre, perfino quando il figlio lascia la retta via e diventa figlio prodigo".
Il colpo di sonno del Papa durante la Messa di sabato ha suscitato un certo timore: era solo stanchezza, come ha spiegato il portavoce del Papa: "Spesso mi chiedo se lo stanca più un viaggio come questo o 15-16 ore di lavoro in Vaticano, chiuso in due stanze".
7. I giovani -erano centinaia di migliaia- hanno fatto festa al Papa a Poznan. Ad essi ha detto: "Bisogna sapere usare la propria libertà. Non lasciate che alcuno vi renda schiavi. La fede in Cristo e la speranza di cui egli è maestro, permettono all'uomo di riportare la vittoria su se stesso..."
8. Davanti al Santuario di S. Giuseppe a Kalisz il Papa ha chiesto di difendere la vita, indipendentemente dalle proprie convinzioni religiose e ha letto le parole di madre Teresa di Calcutta alla conferenza del Cairo: "Sono sicura che l'aborto è il più grande distruttore di pace del mondo, ecc.". Una nazione che uccide i propri figli -ha aggiunto- è una nazione senza futuro.

9. Il compito della Chiesa è cambiato - Trattando a Cracovia della nuova situazione polacca, il Papa ha osservato che le ex-Chiese di oltrecortina, perseguitate dai regimi comunisti, rischiano oggi di affrontare i temi sociali con un approccio troppo confessionale. Per questo esorta i Vescovi a prendere coscienza della situazione cambiata:
"Mentre la situazione di prima spingeva ad un generale riconoscimento dell'azione della Chiesa, oggi in molti casi non si può contare su tale riconoscimento. Bisogna piuttosto mettere in conto la critica. Occorre allora usare discernimento, accettare ciò che è giusto nella critica e non dimenticare che Cristo sarà sempre segno di contraddizione..." Non si può imporre la propria visione di fede... Bisogna aiutare i laici a sviluppare il pensiero politico, economico, culturale, in sintonia col Vangelo: il clero non deve sostituirsi ad essi. * *


UT UNUM SINT!

Le attese di Graz (o della grazia?)
Dobbiamo invocare la grazia del Signore, sul 2° incontro ecumenico (a Graz in Austria) dal 23 al 29 giugno, a cavallo del 16° anniversario, se ci sta a cuore la preghiera di Gesù per l'unità e l'ansia mostrata da Maria per la pace tra i suoi figli di qualsiasi fede. 700 delegati provenienti da una trentina di paesi che rappresentavano le Chiese dall'Atlantico agli Urali: cattolici, ortodossi, protestanti delle diverse confessioni, hanno pregato e cercato comunione sul tema Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita nuova. Questa riconciliazione l'ha fatta con noi il Padre in Cristo: tanto più dovremmo farla noi tra fratelli. Molte migliaia di cattolici hanno accompagnato i delegati (Romania in testa con 992) e tanti giovani dall'Est.
Il 1° convegno ecumenico di Basilea nel 1989 fu un incontro storico: era la prima volta dopo 500 anni che i cristiani delle diverse confessioni si riunivano. L'atmosfera cambiò e fu l'inizio di una ricerca comune. Purtroppo è il nostro peccato, come sempre, a ritardare il compiersi dei disegni di Dio.
Alla vigilia di questo incontro ecumenico il patriarca della Russia, Alessio II, spinto dai circoli nazionalisti, che accusano sempre di proselitismo la Chiesa cattolica, ha declinato l'incontro tanto atteso con il Papa a Vienna. Forse per questo il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che tanto aveva lavorato per la riconciliazione, ha disdetto la partecipazione a Graz. La causa dell'unità è nelle mani di Dio, ma noi possiamo aiutarla facendo unità con i nostri prossimi.

Il Papa a Praga: "Chiediamo e doniamo perdono" - I "fratelli boemi", discendenti dagli hussiti, hanno reso omaggio al Papa nella sua visita a Praga di fine aprile, partecipando alla preghiera ecumenica da lui presieduta nella cattedrale, mentre due anni fa si erano rifiutati di incontrarlo, perché aveva canonizzato un prete cattolico ucciso dai protestanti. Subito dopo, scosso da quel rifiuto, aveva fatto a Olomouc una "richiesta e offerta di perdono" che ha dato i suoi frutti.
Quest'anno ha ripetuto nell'incontro le stesse parole: "A nome della Chiesa di Roma chiedo perdono dei torti inflitti ai non cattolici e nel contempo assicuro il perdono della Chiesa cattolica per le sofferenze che i suoi figli hanno patito. Possa questo giorno segnare un nuovo inizio nello sforzo comune di seguire Cristo, il suo Vangelo, la sua legge d'amore, il suo anelito supremo all'unità dei credenti in Lui". Un gesto signifitivo: il card. Vlk ha annunciato la rinuncia della Chiesa cattolica a rivendicare la proprietà della cattedrale di Praga.

Non riconosciuta in Russia la Chiesa cattolica: solo ebrei, islamici e buddisti vi hanno diritto di cittadinanza, come "religioni tradizionali". La legge liberale di Gorbaciov del 1990 (non entrata in vigore per il veto di Helsin nel '93) affermava la totale libertà di culto. - Preghiamo perché i cattolici di Russia accolgano senza rimpianti la Croce, che è dono di Dio e fonte di fecondità, non desiderando protezioni vincolanti e depauperanti; ben sapendo che la potenza di Dio si manifesta nella debolezza (cf 2Cor 12,9).

La Madonna di Fatima, speranza per la Chiesa in Bielorussia - Il 1° maggio la statua della Madonna di Fatima ha iniziato un viaggio della durata di due anni attraverso le 300 parrocchie delle 3 diocesi Bielorusse: Grodno, Pinsk e Minsk-Mohilev. Prima e durante le sue soste nelle parrocchie, hanno luogo esercizi spirituali, veglie di preghiere e celebrazioni liturgiche. "La statua della Madonna viene accompagnata in processione e consegnata da una parrocchia all'altra.
Il suo pellegrinaggio donerà nuovo vigore alla nostra Chiesa". Lo dice il card.Swiatek di Minsk, che ha pagato la sua fedeltà al Papa con 10 anni di lavori forzati. Consacrato vescovo nel '91, trovò una vita ecclesiale inesistente. Prese dei missionari dalla Polonia, i quali, camminando per le strade, salutavano ogni passante con Sia lodato Gesù Cristo. Quelli che rispondevano Sempre sia lodato furono i primi parrocchiani. Così sono nate le nuove parrocchie con un aumento perfino da 30 a 150 fedeli. "Sono ottimista -dice il cardinale-; la partecipazione alla Messa aumenta. ...Per Pasqua ho consacrato i primi 5 sacerdoti; 44 dei 115 seminaristi che studiano nel seminario di Grodno, provengono dalle mie due diocesi, e presto riapriremo il seminario di Pinsk con altri 60 seminaristi".


Il S. Padre precisa

Non è una novità! Da mesi il Papa dedica le udienze generali del mercoledì quasi esclusivamente al Mistero di Maria.

"Il discepolo prese Maria
tra i suoi beni".

Il 7 maggio Egli ha dato questo senso alle parole di Giov 19,27, che vengono comunemente tradotte: "La accolse nella sua casa", anche nei testi liturgici. Sono parole che indicano il posto di Maria nella vita cristiana. Ma sentiamo il Papa.
Dopo aver affidato Giovanni a Maria con le parole: Donna, ecco il tuo figlio!, Gesù, dall'alto della croce, si rivolge al discepolo prediletto, dicendogli: Ecco la tua madre! (Gv 19,26-27). Con questa espressione, Egli rivela a Maria il vertice della sua maternità: in quanto madre del Salvatore, Ella è la madre anche dei redenti, di tutte le membra del Corpo Mistico del Figlio...
Alla luce di tale consegna al discepolo prediletto, si può comprendere il senso autentico del culto mariano nella comunità ecclesiale. Esso, infatti, pone i cristiani nella relazione filiale di Gesù verso sua madre, mettendoli nella condizione di crescere nell'intimità con entrambi (...)
Il testo evangelico, secondo l'originale greco, prosegue: Da quell'ora il discepolo l'accolse tra i suoi beni... Proprio in tale contesto ha inizio la maternità spirituale di Maria e la prima manifestazione del nuovo legame tra Lei e i discepoli del Signore. Questa espressione sembra evidenziare l'iniziativa di Giovanni, piena di rispetto e di amore, non solo di ospitare Maria nella sua casa, ma soprattutto di vivere la vita spirituale in comunione con Lei.
Infatti l'espressione greca tradotta tra i suoi beni non indica tanto i beni materiali (Giovanni non possedeva nulla di proprio, osserva S.Agostino), quanto piuttosto i beni spirituali o doni ricevuti da Cristo: la Grazia, la Parola, lo Spirito, l'Eucaristia. Tra questi doni il discepolo accoglie Maria come madre, stabilendo con lei una profonda comunione di vita.
Possa ogni cristiano, sull'esempio del discepolo prediletto, "prendere Maria nella sua casa" farle spazio nella propria esistenza quotidiana, riconoscendone il ruolo provvidenziale nel cammino della salvezza.

"Gesù risorto è apparso
per primo a Maria...

...verosimilmente prima che agli altri testimoni, anche se i Vangeli lo tacciono". Così il Papa nell'udienza del 21 maggio, non ha fatto altro che ripetere quello che tanti Padri dell'antica tradizione hanno creduto, anche se i mass media, davvero sprovveduti, hanno parlato di un Papa che "riscrive il Vangelo!".

I Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l'incontro di Gesù con sua Madre. Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Resurrezione Cristo non sia apparso a Maria; ci invita invece a ricercare i motivi di una tale scelta da parte degli evangelisti. Ipotizzando una "omissione", essa potrebbe essere attribuita al fatto che quanto è necessario per la nostra conoscenza salvifica è affidato alla parola di testimoni prescelti da Dio (At 10,41), cioè agli Apostoli, i quali con grande forza hanno reso testimonianza della risurrezione del Signore Gesù (cfr At 4,33)... Se gli autori del Nuovo Testamento non parlano dell'incontro della Madre con il Figlio risorto, ciò è, forse, attribuibile al fatto che una simile testimonianza avrebbe potuto essere considerata, da parte di coloro che negavano le risurrezione del Signore, troppo interessata, e quindi non degna di fede.
I Vangeli, inoltre, riferiscono un piccolo numero di apparizioni di Gesù risorto, e non certo il resoconto completo di quanto accadde nei quaranta giorni dopo la Pasqua. S.Paolo ricorda un'apparizione a più di cinquecento fratelli in una sola volta (1Cor 15,6). Come giustificare che un fatto noto a molti non sia riferito dagli Evangelisti, nonostante la sua eccezionalità? E' segno evidente che altre apparizioni del Risorto, pur essendo nel novero dei fatti avvenuti e notori, non sono state riportate...
E' anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. L'assenza di Maria dal gruppo delle donne che all'alba si reca al sepolcro (cfr Mc 16,1; Mt 28,1), non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù?
Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della resurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede... Un autore del secolo quinto, Sedulio, sostiene che Cristo si è mostrato nello splendore della vita risorta innanzitutto alla propria Madre...
[Ricordiamo di passaggio che nell'ala cattolica della Basilica del S.Sepolcro a Gerusalemme, si venera un antico bassorilievo che rappresenta l'apparizione di Gesù Risorto a sua Madre].


Come si riceve la S. Comunione

Necessario un gesto di riverenza, se si riceve sulla mano.
Tristi spettacoli e come evitarli.

1. "La Chiesa da sempre ha richiesto ai fedeli rispetto e riverenza verso l'Eucaristia, nel momento in cui la ricevono. Quanto al modo di accostarsi alla Comunione, questa può essere ricevuta dai fedeli sia in ginocchio che in piedi, secondo le norme stabilite dalla conferenza episcopale. Quando i fedeli ricevono la comunione in ginocchio, non è richiesto alcun segno di riverenza verso il SS.mo Sacramento, perché lo stesso atto di inginocchiarsi esprime adorazione.
Quando invece la ricevono in piedi, accostandosi all'altare processionalmente, facciano un atto di riverenza prima di ricevere in sacramento, nel luogo e nel modo adatto, purché non sia turbato l'avvicendamento dei fedeli [L'atto di riverenza potrebbe essere un profondo inchino]". (Sacra Congr. per i Sacram. e il Culto Divino, istruzione Inaestimabile donum, 3.4.1980, n.11)

2. "La Chiesa ha sempre riservato grande attenzione e riverenza all'Eucaristia, anche nel modo di avvicinarsi alla mensa e ricevere la Comunione. Particolarmente appropriato appare oggi l'uso di accedere processionalmente all'altare ricevendo in piedi, con un gesto di riverenza, le specie eucaristiche, professando con l'Amen la fede nella presenza sacramentale di Cristo" (l'atto di riverenza dovrebbe essere almeno un profondo inchino).
"Accanto all'uso della Comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l'Eucaristia deponendola sulle mani dei fedeli protese entrambe verso il ministro, ad accogliere con riverenza e rispetto il Corpo di Cristo.
I fedeli sono liberi di scegliere tra i due modi ammessi. Il modo consueto di ricevere la Comunione deponendo la particola sulla lingua rimane del tutto conveniente e i fedeli potranno scegliere tra l'uno e l'altro modo". (Conferenza Episcopale Italiana, istruzione, La Comunione Eucaristica, 19.7.1989)
A Medj., come in altre chiese, è già pacifico l'uso di deporre la particola sulla lingua per evitare possibili trafugamenti a scopi sacrileghi: messe nere, ecc., come spesso è gia accaduto; e anche per evitare il triste spettacolo di gente che non mostra il minimo rispetto nel ricevere il Corpo di Cristo sulla mano. Dove è possibile, la comunione per intinzione dell'ostia nel Sangue risolve il problema: non si dà sulla mano.

Gesù ad Alexandrina da Costa: - "...Dì al tuo padre spirituale (p.Pinho) che predichi fino a consumarsi che io sia visitato e amato nella santissima Eucaristia: sono io a chiederlo. Mi chiedano tutto quanto vogliono stando alla mia presenza (davanti al tabernacolo): è da lì che viene il rimedio per tutti i mali".


Laurentin: "Vogliono reprimere Medj."

René Laurentin ha inviato anche a noi le "Ultime notizie, anno 16°", accompagnandole con una lettera confidenziale:

Cari amici,
... dopo la guerra mi domandavo se era ancora utile pubblicare questo aggiornamento annuale. Nonostante i gravi impegni mi sono deciso a farlo, perché Medj. subisce violenza e confusione, come voi pure potete vedere ogni giorno. L'anno scorso è stato particolarmente offuscato da false notizie: come la pubblicazione sulla stampa che i pellegrinaggi erano interdetti, senza la rettifica da parte della stessa, quando questa notizia fu smentita dal portavoce del Vaticano. Molti cristiani non vanno più a Medj. perché pensano che ciò sia interdetto: tante grazie e conversioni in meno!
Due recenti libri sulle apparizioni, molto diffusi, dànno un quadro fosco di Medj.: apparizioni torbide, malefiche e condannate! Gli autori lo fanno per una legittima preoccupazione di buon ordine: bisogna attenersi alla versione dei fatti che mons.P. propaga con le sue interviste e i suoi atti a tutti i livelli.
Nel caso presente, come nel caso di Giovanna d'Arco, la quale fu condannata da un tribunale perfettamente regolare e della più alta qualità che ci potesse essere, la libertà cristiana e il dovere di aiutare persone in pericolo, mi convince che è utile, con tutto il rispetto dell'autorità e dell'obbedienza, informare su dei piani:
1. dissipare le false notizie (vedere soprattutto al capitolo 3° e annessi) e fare chiarezza; 2. e soprattutto mettere in risalto l'immensa opera della grazia che si espande a Medj., mi sembra, più che in ogni altra parte del mondo. Se questo nessuno lo dice, grideranno le pietre, come afferma Gesù nel Vangelo.
Oggi molti attendono la morte del Papa per una repressione di Medj. che sarebbe altrettanto ingiusta, incresciosa e contraria all'opera di Dio, come lo fu l'assassinio di Giovanna d'Arco.
Penso che diffondere la verità possa contribuire a impedire questo aborto spirituale, che doveva avvenire già nel 1986.
Parrebbe dunque desiderabile -ma giudicatene voi- far conoscere questo libro per la difesa e la spiegazione del progetto della Madonna che voi ben servite. Mille grazie per ciò che devo alle vostre informazioni, di cui io non sono che il piccolo raccoglitore e portavoce. Vi auguro buona continuazione, qualsiasi prova si debba subire quando si serve la verità e l'opera del Signore. Di tutto cuore in Cristo

  • René Laurentin

(B.P. 808, F-91001 Evry Cedex)
[Appena sarà pronta la traduzione italiana presso Ed.Segno, Udine, avviseremo i lettori]


Notizie dalla terra benedetta

Il figlio prediletto di Maria

Medjugorje, che ha partecipato all'incontro di Sarajevo con 250 parrocchiani e 350 pellegrini stranieri, si era preparata con la preghiera alla visita del Santo Padre in Bosnia, riflettendo sul messaggio che la Vergine aveva dato il 25 agosto 1994, alla vigilia dell'arrivo del Papa in Croazia. Cari figli! Oggi sono vicina a voi in modo particolare e prego per il dono della presenza del mio amato figlio nel vostro paese. Pregate, figlioli, per la salute del mio adorato figlio che soffre e che io ho scelto per questo tempo. Prego ed intercedo dinanzi al mio Figlio Gesù affinché si realizzi il sogno dei vostri padri. Pregate, figlioli, in modo particolare perché satana è forte e vuole annientare la speranza nei vostri cuori. Vi benedico. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Il Papa a Sarajevo: "Medjugorje, Medjugorje!" - In occasione della visita a Sarajevo, molti speravano che il Santo Padre facesse tappa anche a Medj.. Come già ricordato in Eco 133, il Presidente croato Tudjman aveva dichiarato dinanzi a politici e a sacerdoti che Giovanni Paolo II, nell'ultimo colloquio avuto con lui, gli aveva rivelato l'intenzione di recarsi anche a Medj., in occasione del viaggio a Sarajevo. A questa testimonianza era presente anche il vescovo di Mostar, Ratko Peric', che non ha proferito parola. La sosta a Medj. non c'è stata, ma il Papa non ha dimenticato Medj..
Il 12 aprile presso l'aeroporto di Sarajevo hanno dato per primi il loro benvenuto al Papa tre vescovi e due provinciali francescani. Quando il provinciale della Bosnia fra Petar Andjelovic si è avvicinato al Papa per salutarlo, il Papa lo ha guardato come per chiedergli qualcosa e ha soggiunto: "Medjugorje?" Allora fra Petar ha indicato fra Tomislav Pervan, provinciale dell'Erzegovina, il quale ha detto: "Sono di Mostar e di Medjugorje". Il Papa ha annuito con soddisfazione, ripetendo "Medjugorje, Medjugorje". La scena è stata vista da tutti coloro che hanno seguito per televisione l'arrivo del Papa.

Durante la celebrazione nella cattedrale di Sarajevo, il Santo Padre ha invocato due volte la Regina della Pace per la Bosnia ed Erzegovina. Molti dei presenti hanno interpretato queste parole come rivolte alla Regina della Pace di Medj..
Dopo la cena presso il seminario cattolico di Sarajevo, fra Tomislav ha colto l'occasione per consegnare personalmente al Papa l'ultimissima monografia fotografica su Medj. inviatagli dai francescani che operano nella parrocchia. Per un po' ha anche parlato di Medj.. Il Papa ha accolto entrambe le cose in silenzio ma, a giudicare dall'espressione del suo viso, con gioia ed interesse.
Al momento della partenza del Papa dall'aeroporto di Sarajevo fra Tomislav Pervan, salutandolo, gli ha detto: "Santo Padre l'attendiamo a Medj.". Il Papa con un sorriso, che si è visto anche sui teleschermi, ha risposto: "Medjugorje, Medjugorje".

Delegazione vaticana con due Vescovi a Medj. - Papa Giovanni Paolo II nel suo viaggio a Sarajevo, che fino all'occupazione turca del 1463 veniva chiamata col nome croato Vrhbosna, è stato accompagnato da 11 alti funzionari accreditati presso la S.Sede, giornalisti vaticani, rappresentati della segreteria di stato e da due vescovi. Questa delegazione, composta da una trentina di persone, si è recata in visita al Santuario della Regina della Pace. Mons. Moged Elhachem ha celebrato la Messa e nell'omelia ha detto che erano andati tutti a Sarajevo per incoraggiare il Santo Padre e per dare con le proprie preghiere un modesto contributo alla pace in Bosnia ed Erzegovina e negli altri territori.

Dopo la S. Messa fra Ivan Bradvica li ha condotti sulla Collina delle apparizioni. Qui tutti insieme hanno pregato e parlato degli avvenimenti nella parrocchia di Medj. Al momento della partenza il vescovo Elachem ha detto che era venuto a pregare per la pace nella sua patria tormentata, il Libano.
Il vescovo Franco Hillary di New York ha detto che quella era la sua seconda visita a Medj. e che vi si recava sempre con piacere, poiché sentiva la presenza della Vergine nella sua persona e nella sua opera. L'ambasciatore croato presso la Santa Sede, Ivo Livljanic', capo della delegazione, ha dichiarato che in questi nostri tempi è già un grande miracolo che tante persone vengano a Medj. per pregare. Ha aggiunto anche che gli ambasciatori sono stati i principali fautori e promotori del viaggio a Medj..

Non c'è più una commissione per Medj. - Come agirà la Chiesa, a breve e a lungo termine, riguardo agli eventi di Medj.? E' difficile dirlo. Con lo scioglimento della Conferenza Episcopale Iugoslava (CEJ), non esiste più una commissione che si occupi degli eventi. Nel frattempo Medj. prosegue il suo corso, certa che alla fine, come dice la Scrittura, l'albero si riconoscerà dai frutti.

Una proposta di Mons. Franic su Medj. - Gli avvenimenti di Medj. sono entrati attraverso tutti i pori nella vita della Chiesa. Un uomo, che all'inizio era contrario, ma che dopo aver visitato quel luogo, è diventato convinto e ardente sostenitore delle apparizioni, è l'Arcivescovo emerito di Spalato, Frane Franic.
Per i suoi meriti è stato conferito a mons.Franic un premio a Spalato. Nell'occasione ha tenuto un discorso dal titolo: "Il comunismo distrugge tutto ciò che è buono" (19 aprile 97). Nel dialogo seguito alla conferenza, egli ha confermato apertamente una sua proposta per l'Anno Santo del 2000: che cioè la Chiesa croata celebri le solennità dell'Anno Santo nel Santuario della Regina della Pace a Medj..
E ha aggiunto: "Ho scritto in Chiesa nel Mondo (rivista teologica croata) che nel 2001 i nostri vescovi, con l'approvazione della S.Sede -e Giovanni Paolo II è favorevole- potrebbero organizzare una funzione di ringraziamento alla Vergine di Medj. per tutti i doni che abbiamo ricevuto, e in modo particolare per il dono della libertà, che può essere solamente opera di Dio per intercessione della Vergine. I Vescovi croati non hanno ancora risposto pubblicamente alla suddetta proposta. Certo questo sarebbe un grande evento, e non solo per la Chiesa croata.

L'arcivescovo Franic', presentando a Spalato la monografia fotografica su Medj. a un pubblico distinto e a molti fedeli, ha dichiarato: "Le apparizioni della Vergine devono essere considerate come un ulteriore intervento di Dio nella storia dell'uomo, che potrà essere compreso solo dopo molto tempo. Io ho sentito di persona la voce della Vergine, sebbene non l'abbia mai vista.
Nei frutti di Medj., cioè la preghiera, il digiuno e l'amore fraterno, vedo i segni di una preparazione all'incontro con Dio. Con la dichiarazione del 1991 i nostri vescovi hanno ribadito che Medjugorje è un luogo di pellegrinaggio e di preghiera e tale è diventato per i fedeli di tutto il mondo".

Un vescovo militare tedesco - Nei giorni scorsi ha fatto visita a Medj. anche mons. Johanes Dyba, vescovo della città tedesca di Fulda. E' venuto a fare visita ai reparti tedeschi del SFOR che si trovano in Bosnia ed Erzegovina.

Tre vescovi dall'Uganda
e una risposta del Nunzio

Di vescovi ne continuano ad arrivare. Dall'8 al 15 maggio tre sono arrivati dall'Uganda. Prima di partire avevano chiesto al nunzio papale in Uganda, Luis Robles Diaz, cosa pensasse di questo viaggio. La risposta: "Il Papa non parla pubblicamente di Medj., ma è favorevole. Andate!".
Entrati nel clima di Medj. hanno celebrato assieme ai pellegrini la S.Messa serale del 12 maggio.

Uno di loro, mons.Drandua Frederik, sacerdote dal 1970, ha anche tenuto una vivacissima omelia, riportata per intero dal Press Bulletin. Dopo aver detto in inglese, davanti a un pubblico plurilingue, che lo Spirito Santo ha un solo linguaggio, quello della preghiera, ha proseguito: "Sono felice di essere venuto a questa scuola di preghiera, fondata dalla nostra adorata Madre". Poi ha dichiarato: "Per me questa è stata una grande esperienza: non posso dire che la Vergine non appaia... La gente arriva e cambia vita. Molti si confessano.
Dai 10 anni che sono vescovo, non ho mai confessato; qui ho confessato più di 100 persone! Sono sicuro che il Signore si serve di questo luogo per la conversione dei popoli. Quando farò ritorno a casa dirò ai miei sacerdoti di riservare un giorno della settimana all'adorazione e a tutti di recitare il Rosario".

Mons.Byabazaire Deogratias, sacerdote dal 1969, ha affermato di aver trovato persone che pregano e fanno penitenza. "Anch'io sono salito sul Krizevac con una certa paura, ma arrivato in cima mi sono sentito davvero felice. Ho visto persone salire scalze tra le rocce e pregare intensamente: io mi sono unito a loro.
Mi ha molto impressionato la Messa della sera dove tutti sono raccolti in preghiera pur senza capire la lingua e soprattutto l'adorazione. Parlando con i veggenti ho capito che sono persone mature e sincere. Quando tornerò a casa dirò che le parole della Vergine sono semplici, come quelle di una mamma che entrano nel cuore dei figli".

Mons. Oyanga Joseph, sacerdote dal 1964, ha detto: "Questo è un luogo di meditazione e le persone che vengono qui realizzano una comunione reciproca e si sentono uguali, nonostante che vengano da ogni parte del mondo: questo mi ha colpito profondamente... L'adorazione è un'esperienza unica. Ho visto la gente digiunare. Nella casa in cui ho alloggiato, i pellegrini non mangiavano a cena che un po' di insalata con pane. Questo è spirito di sacrificio che non vedevo da tempo. E' stata un'esperienza che mi darà la forza di parlare alla gente della Vergine che è così vicina a noi".

Un colloquio di pace dei vescovi ugandesi col Vescovo di Mostar

I tre vescovi ugandesi hanno incontrato anche Mons.Ratko Peric', trovandolo molto disponibile. "Il vescovo Peric' -ha dichiarato mons.Drandua- mi ha detto che per lui Medj. non è un problema, poiché qui la gente prega. Il problema per lui sono i francescani che, a suo avviso, vogliono essere indipendenti.
Io gli ho detto: Medj. parla sempre di pace, la Vergine invita a cambiare il proprio cuore e alla pace nel cuore. Dovete convincervi, sia lei che i francescani, a cambiare: allora la pace sarà possibile... Abbia la forza di umiliarsi dinanzi al Signore e di iniziare a pregare per la pace. La prego, caro fratello, si impegni per la pace. Chiami i francescani: forse ne verranno solo alcuni, non tutto può avvenire in un giorno. Lei deve andare da loro perché lei è il pastore che deve dire: «Caro figlio, vieni, ti prego». Se lo farà, sono sicuro che riuscirà.
Ed egli ha risposto: «Ci proverò!... Ma i francescani non accettano né il ministro generale, né Roma». E io ho detto: No, Roma vuole che ci sia la pace tra voi. E lei qui si deve impegnare concretamente".

I vescovi ugandesi non potevano parlare in modo più schietto ed evangelico: la Regina della Pace non poteva dire diversamente.

Un vescovo dal Cameroun - Anche il vescovo Adalberto Nzdana è rimasto per 5 giorni a Medj., concelebrando più volte nella Messa serale. Venerdì 13 ha benedetto solennemente i pellegrini dopo la S.Messa, dicendo in francese che era venuto col desiderio di restare in incognito e di vivere il programma di tutti. Ora qui ha trovato una vera scuola del Vangelo, che si diffonde ovunque con particolare potenza: e per questo ringrazia Maria e le chiede di benedire il suo popolo.

Arcivescovo sloveno condivide - P.Slavko, su invito di amici, ha visitato alcune parrocchie in Croazia e Slovenia, svolgendovi il programma di preghiera di Medj. con grande partecipazione. Ha incontrato anche l'arcivescovo mons.Franco Rodeo, chiedendogli in un colloquio molto franco se sapeva che tanti sloveni si recano a Medj..
Lui ha risposto: "Una volta il vescovo di Pescara ha chiesto al Papa come comportarsi con i fedeli che vanno a Medj. e il Papa ha replicato: «Che cosa fa là il popolo?» e il vescovo gli ha risposto: «Pregano, si confessano e fanno penitenza». E il Papa «Allora lasciate pure che la gente vada!». P.Slavko ha chiesto all'arcivescovo se condividesse questa opinione e il Vescovo con un simpatico sorriso ha detto: «Sì».

P.Slavko e Vicka in Africa - Dopo i numerosi inviti giunti dal continente nero, p.Slavko Barbaric, insieme alla veggente Vicka, per 25 giorni ha fatto visita in paesi dell'Africa meridionale. Numerosi gli incontri, una trentina, vivo l'interesse. Ha avuto colloqui con 7 vescovi ed alcuni di essi hanno anche celebrato la Messa durante il programma serale (come quello di Medj.); cioè Rosario, S.Messa, preghiera di guarigione e poi testimonianza di Vicka.
Talvolta gli incontri si sono tenuti all'aperto, in croato (tradotti nella lingua locale) e accompagnati dalla vivace musica africana. Fra Slavko e Vicka hanno anche incontrato a parte sacerdoti, religiosi e religiose, anziani nelle case di riposo, bambini negli orfanotrofi e credenti nelle Chiese.
In molte zone dell'Africa ci sono gruppi di preghiera che operano già da 10 anni, in seguito agli eventi di Medj.. Da Lusaka in Zambia è venuto l'invito ufficiale per una visita di p.Slavko e Vicka in quella terra, da parte del Centro della Pace. Di ritorno dall'Africa p.Slavko ha poi visitato il Belgio su invito degli amici di Medj., e in Svizzera gli emigrati croati raccolti nella missione cattolica.

Il 16° anniversario delle apparizioni: si è celebrato il 25 giugno. Il 24 giugno '81 alcuni veggenti avevano visto la Madonna ed erano fuggiti per paura. Il giorno dopo di nuovo tornarono in sei sul Podbrdo a pregare e la Madonna apparve loro: per questo l'anniversario si celebra il 25 giugno. Finora sono venuti a Medj. più di 10 milioni di persone da tutte le parti del mondo.
I sei veggenti sono: Ivanka Ivankovic-Elez, nata nel 1966, madre di tre bimbi, ha avuto apparizioni giornaliere fino al 7 maggio 85, quando ha ricevuto il decimo segreto. La Vergine ha promesso di apparirle per l'anniversario di ogni anno: ciò che finora è regolarmente avvenuto; Mirjana Dragicevic-Soldo, nata nel 1965, due figli, dal 25 dicembre '82, con il decimo segreto, non ha più avuto le apparizioni giornaliere della Madonna, che però le appare per il suo compleanno, il 18 marzo; e dal 2 agosto 87 ne sente la voce il secondo giorno di ogni mese;
Vicka Ivankovic, nata nel 1964 (nove segreti come i seguenti) continua ad avere le apparizioni ogni giorno; Marija Pavlovic-Lunetti, nata nel 1965, due figli e il terzo in arrivo, ha l'apparizione ogni giorno e il 25 di ogni mese riceve il messaggio mensile da trasmettere; Ivan Dragicevic, nato 1965, e Iakov Colo, 1971, sposati entrambi con due figli, vedono pure ogni giorno la Madonna.
Tutti i veggenti vivono a Medj., tranne Marija che abita a Monza.

Per non dimenticare - Il 29 maggio 1993 a Gornje Vakuf sono stati uccisi 3 giovani che portavano aiuti alle famiglie affamate e avrebbero portato in Italia alcune famiglie musulmane per sistemarle presso famiglie cattoliche di Brescia.
Ricordiamo quello che diceva Fabio Moreni a un gruppo di preghiera di Cremona: "Durante il viaggio ci consola il recitare assieme il Rosario, grazie alla radio installata sulle nostre vetture. E poi siamo sempre riusciti a fare una visita a Medj., dove l'animo si riempie di gioia e di pace, senza dubbio dono della Madre Celeste". Così sappiamo che fanno anche oggi i tanti portatori di aiuti in Bosnia.
La mamma di Sergio Lana ha scritto una lettera commovente: "Mi rivolgo a chi ha ucciso mio figlio. Era figlio unico e potete immaginare quanto lo amassi... Vi scrivo perché voglio dirvi che non provo alcun odio verso chi lo ha ucciso. Lo perdono...". (tutto tratto dal Press Bulletin)

[P.Slavko e Vicka hanno compiuto una missione di tre giorni in Olanda a metà giugno.]


Il Rosario davvero
infrange le barriere

Un esattore d'imposte francese è stato battezzato da p.Jozo il 23 aprile scorso. L'unità della coppia Hervé era praticamente finita già dal 1990, quando lo sposo, miscredente, aveva deciso per il divorzio: avrebbe aspettato la maggiore età della figlia nel '97. Nella Pasqua del '94 la moglie Denise, tutta fede e preghiera, intraprende un pellegrinaggio a Medj. con degli amici.
Sul posto vive un gran momento di grazia quando Vicka prega su di lei: una grande forza la invade e, dopo uno sfogo di lacrime, se ne va sulla collina delle apparizioni, gustando una pace e una gioia sconosciute fino allora. Nella discesa decide con gli amici di offrire un Rosario per il marito.
Lo stesso giorno Hervé in Francia è preso da un grande odio contro la moglie fino ad aver paura. Verso le 22 (l'ora del Rosario) la presenza divina lo afferra e una straordinaria illuminazione gli mostra la verità della sua vita, del suo peccato e dell'amore insondabile del suo Creatore. In un momento comprende che Dio esiste, che Maria è sua Madre e crollano tutte le sue resistenze: prova la gioia di un fanciullo: "A 50 anni -dirà- sono nato in 5 secondi".
Pasqua 1995: egli stesso viene a Medj. con Denise e, ascoltando p.Jozo a Siroki Brijeg, decide: lì riceverà il battesimo. Un prete gli risponde che deve iniziare una catechesi. Due anni dopo Hervé ritorna con la famiglia e p.Iozo lo battezza davanti a una folla di francesi in lacrime... di gioia. "Ecco -conclude p.Jozo- il frutto di un cuore di sposa che ha pregato con perseveranza per 32 anni e ha ottenuto la grazia che il marito lasciasse il peccato".

Frutto del Rosario è stata anche la guarigione improvvisa nel seno materno di una bambina di otto mesi. Era figlia degli amici Sherry e Ron, che l'avevano attesa per tanti anni. Mentre la prima ecografia dava tutto ok, la seconda rilevava una malattia irreversibile al cuore della bimba che, con una operazione, aveva solo una probabilità su cento di farcela. I genitori erano affranti.
Sherry allora si ricordò del Rosario di legno che un'amica le aveva portato da Medj.; lo tenne sul suo ventre pregando e lo premeva come per farlo sentire alla piccola figlia. Ed ecco che poco dopo la bimba comincia a muoversi.
Il giorno dopo, dopo la recita del Rosario dei genitori, la bimba si fa sentire con una sorte di balzi nel seno della madre. Nuova ecografia mentre i genitori pregano con il fiato sospeso. Il ginecologo chiama tutto il personale medico presente e mostra lo schermo: tutta l'acqua che doveva soffocare il feto era sparita, inspiegabilmente. La coppia è invitata a rientrare a casa, non c'è più bisogno di operazione. Annamaria è nata nel settembre '94 ed ora scoppia di salute e di gioia. I genitori sono diventati apostoli di Maria e del Rosario.
Non ho raccontato questo per dire che il Rosario ha dei poteri magici e infallibili. No. Talvolta Dio permette la prova, ma grazie alla preghiera Egli dona forza e pace. Allora la Croce diventa sorgente di gioia, ha detto Maria. Ma molte guarigioni non vengono accordate perché non si prega e non si digiuna abbastanza per il malato. Nella medaglia miracolosa, la Madonna ci ha spiegato che i raggi bianchi sono tutte grazie che vorrebbe darci, ma che noi non chiediamo!

Suor Emmanuel ha fatto una lunga e fortunata tourné in Messico e negli USA dopo l'Ascensione. Denis Nolan, presidente dei gruppi mariani, attesta l'abbondanza di grazia che si è sparsa specialmente da Guadalupe. In tutto sono state 17 le trasmissioni TV in diretta per tutta l'America Latina, con milioni di telespettatori.
(tratto dal diario di sr.Emmanuel)

P.Jozo in Italia: una ventata di grazia

Tra i vari incontri in Italia, è stato particolarmente toccante quello con p.Jozo nella Basilica di S.Pietro in Modena sabato 5 giugno, al termine dei primi 5 sabati del mese per l'Italia che ivi sono celebrati, con l'alternarsi in preghiera dei gruppi mariani.
La sua parola e la sua testimonianza hanno commosso le mille persone presenti nell'arco di 5 ore, passate in un lampo. "La pace deve essere prima nei cuori riconciliati con Dio e coi fratelli e solo così può diffondersi nelle famiglie e nel mondo" ha ricordato p.Jozo nella catechesi seguita al Rosario meditato diffusamente. Egli ha rievocato le vicende delle apparizioni vissute in prima persona, dall'incredulità iniziale all'appoggio convinto ai veggenti, che gli è costato il carcere. Con grande passione ha commentato gli ultimi 5 messaggi, che scuotono per la loro gravità.
Ha regalato a tutti un'immagine della Regina della Pace, benedetta nelle nostre mani e una corona del Rosario, riassumendo i messaggi nei 5 sassi atti ad abbattere il Golia di oggi: 1. preghiera del cuore con Rosario quotidiano; 2. l'Eucaristia; 3. la Bibbia messa in un posto d'onore, da leggersi ogni giorno; 4. il digiuno; 5. la confessione mensile, settimanale per i giovani. Dopo la S.Messa si è svolta l'adorazione eucaristica e alla fine la benedizione di tutti col SS.Sacramento portato in processione per le navate della Chiesa. (Manlio di MO)
La colletta è stata devoluta all'Associazione Mir i Dobro, (fondata da P.Jozo per orfani e vedove della guerra in Bosnia), via Giovane Italia 3, 21059 Viggiù (VA), tel-fax 0332/487613, tel 487777, ccp 17761214.

Vicka a Verona: perché la Madonna non dà nuovi messaggi

Il 1° giugno si è radunata gran folla all'istituto S.Zeno per incontrare Vicka e suor Elvira con alcuni gio-vani della comunità Cenacolo. Le loro testimonianze hanno toccato i cuori; le parole di sr Elvira sulla terapia della grazia per la droga hanno salutarmente sconvolto l'uditorio.
Vicka ha ricevuto come al solito l'apparizione della Madonna alle 18,40; è durata 10 minuti. Poi si è alzata tutta raggiante e ha detto: La Madonna era contenta, ci ha benedetto tutti imponendo le mani. Ha detto che non vuole dare altri messaggi perché gli uomini continuano a non fare quello che Lei vuole. Dobbiamo prenderlo sul serio.
Chi è stato vicino a Vicka nella sua permanenza a Verona, ha notato la sua fedeltà assoluta ai messaggi di Maria, nella preghiera e nel digiuno. A chi le faceva osservare che di venerdì, quando si era in viaggio, si poteva prendere qualche cosa oltre al pane e all'acqua, lei ha risposto: "Questo la Madonna non l'ha mai detto" e ha preso solo pane e the.
Ha dimostrato anche un'apertura e comprensione singolari verso i comportamenti dei giovani, mai il rigido giudizio. Anche suor Elvira, pur nella sua grande dinamicità e intraprendenza, nei momenti di preghiera si è vista così assorta da non accorgersi di nulla. Persone che credono davvero. (d.A.R.)


Civitavecchia cammina

Il flusso dei pellegrini continua anche durante il periodo estivo. Sabato 12 giugno sono arrivati 19 pullmans e domenica 13 giugno 20: poi un numero incalcolabile di macchine. Le SS.Messe e le confessioni si susseguono. Anche nei giorni feriali continuano ad arrivare macchine e pullmini. Recentemente è venuto come pellegrino il card.Sensi, che fu nunzio apostolico a Gerusalemme, in Turchia e in Portogallo. Perfino da una diocesi della Colombia è arrivato un pellegrinaggio accompagnato dal proprio Arcivescovo.
In questi giorni è stato presentato l'ultimo libro su Civitavecchia, di particolare interesse: Ha pianto tra le mie mani di Enrico Malatesta, ed.Piemme. (A.B.)

La lacrimazione
verso il riconoscimento?

In seguito ad un parere espresso da Laurentin e pubblicato dal Corriere della Sera a metà aprile, si sono riaccesi i riflettori sul fenomeno di Civitavecchia: sostanzialmente il mariologo francese sosteneva che non c'era bisogno di un riconoscimento della soprannaturalità del fatto, ma che bastava riconoscere l'autenticità del culto. Interpellato a riguardo dai giornalisti, il vescovo di Civitavecchia Mons.Grillo (nelle cui mani è avvenuta l'ultima lacrimazione della ormai celebre statuina), ha affermato che egli intende emettere una dichiarazione più impegnativa. Riportiamo i passi salienti di un'intervista rilasciata a Barbara Bordicchia per il Messaggero.
D. Il riconoscimento del culto non chiarisce definitivamente se c'è stato il miracolo.
R. E' per questo che mi pronuncerò, che dirò il parere della diocesi su questa vicenda. Se poi mi si chiede perché e come abbia pianto, questo è un mistero anche per me, nonostante sia stato testimone oculare di una delle lacrimazioni. La verità, allo stato dei fatti, è che nessuno ha potuto dimostrare l'imbroglio e che anche la commissione teologica ha giudicato questo evento inspiegabile. Ora, se una statuina piange sangue davanti a più di sessanta persone, se lo stesso Vescovo è testimone di una delle lacrimazioni, se l'immagine sacra non aveva marchingegni e non poteva essere manomessa, allora la Madonnina ha pianto davvero; è una conseguenza logica.
D. Quindi lei dirà che è stato un miracolo.
R. Andiamoci piano con le anticipazioni. Ho detto che mi pronuncerò e che lo farò presto. Devo terminare gli approfondimenti di natura teologica e spirituale. Poi, con l'aiuto di Dio, dirò quel che tutti si aspettano, quel che c'è da dire. Una cosa è affermare che la statuina ha pianto, un'altra è se c'è stato il miracolo.
D. Se verrà accertato il miracolo o l'evento di natura soprannaturale, a quel punto si comincerà a parlare di santuario...
R. La Chiesa adesso non ha il terreno per costruirlo. A Pantano non c'è neanche un lembo di nostra proprietà. E comunque, quando sarà, la diocesi inviterà gli architetti italiani a fare un progetto, poi sceglierà quello più adatto. Per ora è fondamentale far fronte all'emergenza: domenica scorsa (13 aprile ndr), con quattordicimila pellegrini, è dovuta intervenire la polizia. C'era una vera e propria ressa per entrare e pregare nella Chiesetta che ospita la statua della Madonnina.

Una Madonna che piange?
Ci mancava solo questa...

(...) Uno dei "luminari" della teologia che erano stati interpellati (pensiamo di far bene a non rivelare né il nome del teologo, né il titolo del giornale), con molta sufficienza, aveva risposto: «Ma come, si parla ancora della madonna (con la emme minuscola sul giornale) di Civitavecchia? Speravo che fosse calato il silenzio». E poi continua con fare serio e quasi sofferto: «Non se ne dovrebbe parlare più. Io ne soffro, seppure con serenità. Sono manifestazioni che rivelano una grande ambiguità».
L'intervistatore gli ha rivelato di un vescovo italiano, molto importante, il quale, alla notizia che lacrimava un'altra Madonna, si sarebbe messo le mani nei capelli. La risposta del teologo è stata entusiasta: «E' bellissima la sua reazione. Come dire: Ci mancava solo questa...».
Sappiamo bene quanto sia difficile discernere nel campo dei carismi: molte volte non si sa che pensarne e quindi come comportarsi. Ma quanto ha affermato quel teologo mi è parso veramente troppo. Intanto una constatazione di fondo: i miracoli non sono frutto della volontà degli uomini, ma di Dio, anche se gli uomini li possono richiedere. Penso che sia per lo meno una perdita di tempo, se non una pretesa inaccettabile quanto patetica, discettare su un tema in cui Dio è arbitro sovrano.
Fra gli ex voto del santuario di Civitavecchia ci sono ormai centinaia di fedi matrimoniali lasciate come ex voto: appartengono a coppie in crisi che si sono riconciliate. Se non ci fosse stata quella lacrimazione e quindi tutto quel "rumore" attorno alla Chiesetta di Pantano di Civitavecchia, quelle coppie starebbero ancora litigando o sarebbero ancora separate. Mi piacerebbe chiedere a quel teologo di mostrarmi la sua collezione di matrimoni salvati dal suo ministero teologico così pieno di razionalità.
Ma se vogliamo allargare il discorso alla storia della salvezza, la realtà diviene ancora più complessa: la Redenzione è cominciata con l'apparizione dell'angelo Gabriele a Maria: mettiamo in dubbio anche questa? Dobbiamo chiederci se era proprio necessaria o se non si tratti di una allucinazione...?
E poi, come la mettiamo con l'incarnazione di Cristo che è seguita a tale apparizione? Cosa dobbiamo dire, ancora, delle apparizioni di Cristo risorto? Gli apostoli sono tali appunto perché testimoni della risurrezione di Cristo (Atti 1,22). Scendendo a fatti più concreti, davanti alla cecità dei "teologi" del tempo, sarà proprio un'apparizione a Pietro a spalancare le porte dell'evangelizzazione ai pagani (Atti 11,1-18): senza quell'apparizione l'ingresso di questi nella Chiesa quanto meno sarebbe stato ritardato e Dio sa di quanto. Dio opera come e quando vuole: il cristiano non è chiamato a confrontare se gli eventi corrispondano ai suoi schemi mentali, ma a discernere se la cosa viene veramente da Dio: Cristo operava dei miracoli proprio per testimoniare che egli veniva da Dio e che quindi come tale parlava ed operava.
(Red. Madre di Dio)

A Civitavecchia, loc. Pantano, incontro di preghiera per la riconciliazione dell'Italia: 12-15 settembre. Partenze da MO, BO, FI e, per comitive da altre città si cercano organizzatori: tel.059-342168 (ore serali), fax 059-826881. Sette Novene per l'Italia, secondo l'intenzione del S.Padre, ed. Ancilla, tel 0438-61801.


Immergersi nel Vangelo e nei Salmi

Queste parole confidenziali, rivolte da don Giuseppe Dossetti il 21 giugno 1996 a un gruppo di giovani preti di Foggia, saliti a Monte Sole sull'Appennino bolognese per incontrarlo, sono le sue ultime dette in pubblico. Quindi suonano come testamento di un sapiente patriarca che, dopo la sua lunga esperienza con gli uomini, non ha altro di più valido da raccomandare.

"Io dico due cose, e una terza l'aggiungo", come dice il Libro dei Proverbi. Le due sono queste: il Vangelo e i Salmi. Nessuna scoperta. Credo che assolutamente tutta la vita della Chiesa, oggi più che mai, domani più che oggi, in un grande flusso storico che adesso neppure possiamo prevedere o sognare ma che è alle porte nei prossimi anni, nei primi anni del secolo prossimo, tutta la vita della Chiesa dipenda dal Vangelo. Inquadrato e naturalmente vissuto nell'Eucaristia.

Il Vangelo: che i preti e i laici, senza differenze quasi, si immergano nel Vangelo. Questo lo dico con una particolarissima e specifica insistenza, anche quantitativa: leggerlo, leggerlo, leggerlo, leggerlo, formarvi su di esso, sul Vangelo letto infinitamente, mille volte al giorno se fosse possibile, "sine glossa". Lettura continua il più possibile. Leggete il Vangelo, turandovi le orecchie e sradicando i pensieri; ci pensa poi Lui a sradicarli ancora più profondamente, in un rapporto continuo, personale, vissuto, creduto con tutto l'essere: e sapendo di accogliere la Parola di Dio come Gesù l'ha seminata quando andava per le strade della Galilea. Ascoltate il Vangelo così com'è, senza glossa, come diceva Francesco, continuamente, in maniera che raschi il vostro cervello, veramente lo raschi completamente, e invece vi plasmi lo spirito. Raschi il cervello e vi plasmi lo spirito, senza che ve ne accorgete, non stancandovi mai, perché è assurdo stancarsi del Vangelo. E' di una profondità infinita, inesausta e inesauribile. E continuamente ci plasma, ci sostiene, ci forma, ci crea, come cristiani prima di tutto.
Sino a Gregorio Magno, e dopo anche di lui, c'erano canoni che impedivano ad uno di diventare sacerdote se non sapeva il Salterio a memoria; si è prolungata a lungo questa tradizione nella Chiesa. Non ci chiedevano lauree, non ci chiedevano studi di antropologia teologica, ma di sapere a memoria il salterio. Questa, secondo me, era una esigenza di laurea più alta e più forte. Sempre rispettando i valori che possono essere inclusi nella cultura moderna e nel progresso anche degli studi teologici e biblici, ma trascendendo. Mi sono fatto rilegare l'edizione critica del Nuovo Testamento, quella fatta dai grandi, da Antonio Martini a Metzger, con il Salterio dell'Alfa, greco, e li tengo insieme e continuamente passo dall'uno all'altro, li mescolo, li impiasticcio, li lavoro, però sono loro che mi lavorano. Questo solo trovo che sia veramente fruttuoso e meritevole di farlo. Salterio e Vangelo, Vangelo e Salterio. Avete tanti impegni, ciascuno secondo la vostra collocazione pastorale o da un mandato superiore, però nulla impedisce questo; si fa insieme.
Queste sono le due cose che vi volevo dire. Adesso aggiungo la terza: la storia. (E qui aggiunge come bisogna conoscere la storia, leggerla nello spirito del Vangelo, perché sia maestra della vita).


Immergersi nel Vangelo
e nei Salmi

Queste parole confidenziali, rivolte da don Giuseppe Dossetti il 21 giugno 1996 a un gruppo di giovani preti di Foggia, saliti a Monte Sole sull'Appennino bolognese per incontrarlo, sono le sue ultime dette in pubblico. Quindi suonano come testamento di un sapiente patriarca che, dopo la sua lunga esperienza con gli uomini, non ha altro di più valido da raccomandare.
"Io dico due cose, e una terza l'aggiungo", come dice il Libro dei Proverbi. Le due sono queste: il Vangelo e i Salmi. Nessuna scoperta. Credo che assolutamente tutta la vita della Chiesa, oggi più che mai, domani più che oggi, in un grande flusso storico che adesso neppure possiamo prevedere o sognare ma che è alle porte nei prossimi anni, nei primi anni del secolo prossimo, tutta la vita della Chiesa dipenda dal Vangelo. Inquadrato e naturalmente vissuto nell'Eucaristia.

Il Vangelo: che i preti e i laici, senza differenze quasi, si immergano nel Vangelo. Questo lo dico con una particolarissima e specifica insistenza, anche quantitativa: leggerlo, leggerlo, leggerlo, leggerlo, formarvi su di esso, sul Vangelo letto infinitamente, mille volte al giorno se fosse possibile, "sine glossa". Lettura continua il più possibile.
Leggete il Vangelo, turandovi le orecchie e sradicando i pensieri; ci pensa poi Lui a sradicarli ancora più profondamente, in un rapporto continuo, personale, vissuto, creduto con tutto l'essere: e sapendo di accogliere la Parola di Dio come Gesù l'ha seminata quando andava per le strade della Galilea.
Ascoltate il Vangelo così com'è, senza glossa, come diceva Francesco, continuamente, in maniera che raschi il vostro cervello, veramente lo raschi completamente, e invece vi plasmi lo spirito. Raschi il cervello e vi plasmi lo spirito, senza che ve ne accorgete, non stancandovi mai, perché è assurdo stancarsi del Vangelo. E' di una profondità infinita, inesausta e inesauribile. E continuamente ci plasma, ci sostiene, ci forma, ci crea, come cristiani prima di tutto.

Sino a Gregorio Magno, e dopo anche di lui, c'erano canoni che impedivano ad uno di diventare sacerdote se non sapeva il Salterio a memoria; si è prolungata a lungo questa tradizione nella Chiesa. Non ci chiedevano lauree, non ci chiedevano studi di antropologia teologica, ma di sapere a memoria il salterio. Questa, secondo me, era una esigenza di laurea più alta e più forte. Sempre rispettando i valori che possono essere inclusi nella cultura moderna e nel progresso anche degli studi teologici e biblici, ma trascendendo.
Mi sono fatto rilegare l'edizione critica del Nuovo Testamento, quella fatta dai grandi, da Antonio Martini a Metzger, con il Salterio dell'Alfa, greco, e li tengo insieme e continuamente passo dall'uno all'altro, li mescolo, li impiasticcio, li lavoro, però sono loro che mi lavorano. Questo solo trovo che sia veramente fruttuoso e meritevole da fare. Salterio e Vangelo, Vangelo e Salterio. Avete tanti impegni, ciascuno secondo il vostro impegno pastorale o per mandato superiore, però nulla impedisce questo; si fa insieme.
Queste sono le due cose che vi volevo dire. Adesso aggiungo la terza: la storia. (E qui aggiunge come bisogna conoscere la storia, leggerla nello spirito del Vangelo, perché sia maestra della vita).


Antonio Rosmini: un profeta umiliato, presto sugli altari

La Chiesa ha dato il via al processo di beatificazione di Antonio Rosmini (Rovereto 1797-Stresa 1855), del quale quest'anno ricorre il bicentenario della nascita. Dopo le condanne del secolo scorso e un lungo periodo di silenzio, è da tempo iniziata la riabilitazione di questo sommo filosofo, che fu anche grande maestro di spiritualità.
Il campo d'azione del Rosmini e le mete del suo pensiero mirarono bene in alto: così le sintetizzò Papa Pio VIII: "Condurre gli uomini alla ragione e per mezzo di questa alla religione". Emerge infatti dalle sue opere la persuasione che la religione è amica della ragione, così come fede e intelligenza sono in armonia. Senza nulla sacrificare alle verità della fede e senza cedimenti laicisti, Rosmini ha accolto gli elementi più validi della modernità, dimostrandone la compatibilità col cristianesimo. Egli fu promotore di una Chiesa rinnovata, povera e libera, senza protettori terreni, la quale, sull'esempio della primitiva Chiesa apostolica, adempisse senza cedimenti la propria missione evangelica. Questo espresse nella sua appassionata opera Le cinque piaghe della Chiesa (1848), che gli causò anche la condanna.
Eppure in queste piaghe, con spirito profetico, anticipava di oltre un secolo alcune tematiche accolte dal Concilio Vaticano II: la collegialità e l'unità dei vescovi; la necessità di una formazione profonda del clero adeguata alle esigenze dei tempi; l'autonomia della Chiesa di fronte allo stato, nel reciproco rispetto; la corresponsabilità e partecipazione attiva di tutti i fedeli ai vari compiti della Chiesa, sulla base del sacerdozio comune di tutti i battezzati.
In procinto di essere nominato cardinale e segretario di stato da Papa Pio IX (1848), per le ripetute accuse degli ambienti ecclesiastici più conservatori (che arrivarono a definirlo "maestro di dottrina infernale", "traditore della Chiesa", "ignorante") cadde in disgrazia agli occhi del Papa stesso. Rosmini accettò serenamente i misteriosi eventi che la Provvidenza disponeva e ad essa sempre si abbandonò con eccezionale mitezza.
Il tempo diede ragione a questo fedele servitore della Chiesa. Il suo libro, soprattutto per l'interessamento di Paolo VI, nel 1966 ottenne l'Imprimatur. Ma la condanna ecclesiastica aveva avuto ripercussioni anche sulle due famiglie religiose da lui fondate (una maschile, una femminile); i suoi seguaci e i suoi libri furono tenuti lontani dalle scuole cattoliche e dai centri di cultura ecclesiastica.
Ora il nulla osta della Congregazione per le cause dei Santi alla beatificazione del Servo di Dio Antonio Rosmini, non solo riabilita un profeta umiliato proprio dai suoi, ma serve come lezione per tutti nel valutare gli eventi e i personaggi, spesso condannati dalla cronaca e poi esaltati dalla storia. Questo avviene da duemila anni: è la legge della Croce. Mirko


Messaggio dell'anniversario: 25 giugno '97

Cari figli, oggi sono con voi in un modo speciale e vi porto la mia benedizione materna della pace. Io prego per voi e intercedo per voi presso Dio, perché capiate che ognuno di voi è portatore di pace. Non potete avere la pace se il vostro cuore non è in pace con Dio.
Per questo, figlioli, pregate, pregate, pregate, perché la preghiera è il fondamento della vostra pace. Aprite il vostro cuore e date del tempo al Signore: che lui sia il vostro amico. Quando si crea una vera amicizia con Dio, nessuna tempesta può distruggerla. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Solo dalla preghiera
viene la vera pace

Maria, apparsa come Regina della Pace, è ancora con noi dopo 16 anni, perché abbiamo bisogno della pace, quella vera, quella che il Figlio suo ci ha dato: Vi lascio la pace vi do la mia pace, non come la dà il mondo io la do a voi. La pace vera è la comunione con Dio, com'era nel paradiso terrestre. La pace del mondo ignora Dio e il suo ordine e mette al suo posto l'io dell'uomo, con tutte le sue passioni e forze istintive che generano ogni sorta di disordini. Ne siamo tutti più o meno vittime, tanto è grande il potere di inganno e di menzogna di satana (cf 2Tes 2,11). A volte capitano anche situazioni in cui la pace sembra impossibile, ma in realtà non è così, come dirà alla fine.
Maria ci dona la sua benedizione materna della pace. Che vuol dire? La benedizione è la trasmissione efficace -perché fatta in nome di Dio- di una grazia che ha la forza di produrre ciò che auspica: sempre che chi la riceve non ponga ostacoli.
Quella che ci comunica Maria è chiamata "benedizione materna" perché è carica di tutto il suo potere di Madre di Dio e Madre nostra, per realizzare in noi la pace. Queste sono parole che tu, Maria, rivolgi ai tuoi figli nell'ora della prova, quando il principe di questo mondo sembra avere il potere di toglierci la pace con ogni sorta di seduzioni che conducono al peccato, e suscitando ad ogni occasione guai e contrasti, capaci di scatenare reazioni violente, fino all'odio e alla ribellione, o per lo meno irritazione, turbamento e angoscia. E allora, addio pace!
Eppure Maria è venuta per fare di noi portatori di pace in questo mondo senza pace. E questa è la sua preghiera di intercessione presso Dio, che "ognuno di noi capisca di essere portatore di pace", quindi si impegni a questo con coscienza e senso di responsabilità.
Ma come riusciremo a portare la pace? Non potete aver la pace se il vostro cuore non è in pace con Dio, cioè in comunione di amore con Lui. E aggiunge che questa non si può avere se non si dà tempo al Signore: quel tempo che noi spesso pensiamo di non potergli dare perché "abbiamo tanto da fare". Quale illusione! Quale errore! E quali guai poi combiniamo! E' il tranello con cui satana ci inganna con quelle urgenze, che sono pretesti per impedirci di andare a Dio. Quanti tuoi figli, Maria, ritengono che la vita sia buona anche senza tanta preghiera, mentre tu ci dici: pregate, pregate, pregate, tre volte, numero perfetto; e l'Apostolo ci ammonisce: Pregate incessantemente (2 Tes 5)
La prima urgenza è la preghiera; e allora subentrerà l'ordine e la pace di Dio. Diamo tempo a Dio e Lui moltiplicherà il nostro tempo. Dare tempo a Dio vuol dire metterci a sua disposizione per tutto il tempo che egli vuole, per poter trasfondere in noi il suo Spirito e cambiare il nostro intimo. E sentiremo che dovremo dargli sempre più tempo. Allora Egli possederà la sua creatura ed essa non avrà più timori, perché nelle mani dell'Onnipotente. Questa è la pace.
Quando la preghiera crea la vera amicizia con Dio, il riposo in Dio, nessuna tempesta può distruggerla, come la casa fondata sulla roccia. Non scoraggiamoci se qualche tempesta ha distrutto la nostra pace. Capiterà ancora, ma ne conosciamo il motivo e anche il rimedio.
Grazie, Maria, ci inchiniamo ad accogliere la tua benedizione materna della pace, proponendoci di fare con il tuo aiuto quello che continuamente tu ci ripeti per avere la pace.


* Viaggio a Medjugorje - Pullman giornaliero da Trieste (vicino a staz. FFSS) ore 18, con arrivo a Medj. alle 08 del mattino successivo; riparte sempre alle 18 da Medj. con arrivo a TS alle 08 (tel 040-425001; £ 180mila a/r). Per mare traghetto da Ancona, lunedì, mercoledì, venerdì ore 21, sabato ore 22: tel. 071-55218, fax 202618 (ag. Mauro), opp. tel. 071-204915, fax 202296 (ag. Morandi). Viaggio aereo - Due volte alla settimana: Milano Linate-Spalato; tragitto in pullman Spalato-Medjugorje), (Pellegrinaggi Rusconi, LC: quote economiche. Per inform. 0341-363077.
Campo di lavoro per volontari muratori, piastrellisti, idraulici, elettricisti, ecc., per costruzione grande casa di preghiera a Medj., con turni di tre settimane, o più se è possibile. Gli interessati possono contattare Giancarlo Rovati (0337-411728) o Mario Osella (02-5450681).
Casa di accoglienza dei giovani (Eco 133, p8) occorrono solo materiali e mano d'opera. Informaz. Rita presso Vicka, Bijakovic; opp. VR, 045-7596172 (tarda sera).
Eucaristia vivente, volumetto e cassette sul convegno di p. Tomislav Vlasic' in aprile e altri precedenti: chiedere all'associaz. Eucaristia vivente, S. Maria Colleromano, 65017 Penne PE, ccp 18537650.

I LETTORI SCRIVONO

Alcune tra le innumerevoli lettere:

Da Orsingen (Germania): "Sono entusiasta della grande spiritualità della vostra rivista. Particolarmente le interpretazioni dei messaggi della Madonna entrano nel cuore profondamente. Trovo magnifico l'essere sempre colpito dalle citazioni della Bibbia leggendo l'Eco, perché niente può essere spiegato meglio o sottolineato se non attraverso la Parola di Dio (2Tim 3,16). Ora mi sono deciso a distribuire l'Eco io stesso (Markus Trunk).

Dalla Slovenia: "E' tornata al Signore Giuseppina Mozina, una delle prime apostole di Medj. che vi ha condotto circa 15 treni di pellegrini e 300 autobus. La Gospa ha lodato gli sloveni, che furono tra i primi ad accogliere i suoi messaggi. Lo Stato sloveno proclamò la sua indipendenza nel decimo anniversario delle apparizioni (25.6.91) e subì l'aggressione dell'armata jugoslava, per dieci giorni; quella data è festa nazionale (Sticna France).

Dall'Albania molte persone scrivono del bene ricevuto, "del calore che ci infonde Eco di Maria". Da Scutari Valeria e Josefi riferiscono che nella chiesa della Madonna restaurata vicina alla fortezza ogni giorno di maggio si sono riunite a pregare intensamente musulmani insieme a cattolici "col cuore spezzato dal dolore per le disgrazie di questo popolo mentre brillavano mille fiammelle accese dai fedeli".
Da Chicago: "Eco é come un'iniezione di vitamine che incoraggia in mezzo a tanta freddezza e derisione" (Onorina Tainer).

Eco non deve urtare nessuno. Da Sangemini (TR) un distributore molto attivo lamenta che deve combattere per l'incredulità di molte persone riguardo a Medj. tra cui parroci, i quali rifiutano il bollettino dicendo che le apparizioni di Medj. sono false e che Eco non è approvato dalla Chiesa. Chiede una dichiarazione per smontare tali affermazioni... Vorrebbe fare tanto per arrivare a tutti e convincerli...

Caro Claudio, anche tu "figlio del tuono", la Chiesa approva tutti quelli che predicano fedelmente il Vangelo con la parola o con gli scritti, nell'obbedienza. Quanto alle apparizioni, non possiamo mostrare alcun salvacondotto o autorizzazione ecclesiastica, come neppure la Madonna la chiede per venire a noi: lo Spirito soffia dove vuole: beato chi Lo sa cogliere. La Madonna poi ci esorta ad amare e a sorridere di fronte ai rifiuti, come Gesù che insegna ad essere miti ed umili di cuore come Lui e a rendere bene per male. Fa' così anche tu e avrai la pace. Fare tanto poi, come tu desideri , vuol dire soprattutto pregare tanto: il resto poi viene. La distribuzione di Eco non deve forzare né urtare nessuno, come è nello stile di Maria; se no, mentre vogliamo diffondere la pace, creiamo conflitti.

A Obici (Finale E., MO) grandi festeggiamenti: ven. 1° agosto, ore 21 S. Messa e Via Crucis; sabato 2, festa della Madonna degli Angeli, ore 21 S.Messa del Vescovo di Modena, Benito Cocchi, e processione; dom. 3;, inizio delle Quarantore, ore 16; 17,30 S.Messa e benedizione Euc.; merc. 6, ore 21 chiusura delle Quarantore con Messa e processione Eucaristica.

Mons. Milingo acompagna un pellegrinaggio a Efeso sui luoghi di Maria e all'isola di Patmos, con partenza da VE il 27.9.97: Fogolar Viaggi, UD, O432-503113 tel./ 508455 fax.


ULTIME: Il 16° anniversario è stato celebrato con grande festa. Presenti 50 mila persone (i giornalisti dicono di più); 212 sacerdoti di 31 paesi hanno concelebrato con i Vescovi Franic', Hnilica e uno scozzese: 54 sacerdoti solo dalla Polonia! E tanti preti inpegnati nelle confessioni. Al mattino 5 o 6 mila persone hanno partecipato alla marcia della pace da Humac a Medj. (15 Km) con il SS. Sacramento. Sono a Medj. tutti i veggenti, tranne Marija.
La Madonna, secondo la promessa, è apparsa ancora a Ivanka per 6 minuti nella casa parrocchiale e le ha parlato anche del 5° segreto. Le ha dato un messaggio per tutti: Cari figli, pregate con il cuore per poter perdonare e perché sia perdonato a voi. Vi ringrazio per le vostre preghiere e l'amore che mi donate. [Notiamo che le prime parole sono anche le raccomandazioni del Papa].
(P. Slavko a Radio Maria)

A voi tutti che volete vivere i messaggi di Maria, giunga la sua benedizione materna della pace, per i mesi del Preziosissimo Sangue, che Lei ha dato al Figlio, e della gloriosa Assunzione al cielo da cui è stata coronata. Pace e bene!

Villanova M., 26.06.1997

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