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Suggerimenti per la lettura quotidiana della Sacra Scrittura

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Messaggi che si riferiscono a parole bibliche

I messaggi di Medjugorje sono un'invito pressante che ci è rivolto per vivere il Vangelo. Abbiamo già parlato dell'appello alla conversione , che è il punto comune tra l'inizio dei Vangeli e i messaggi della Madonna. Ecco ancora qualche altra affermazione importante della Buona Novella confrontata con i messaggi di Medjugorje.

"..Che dovevano pregare senza sosta e senza stancarsi mai. (Lc 18,1)

Il fatto incredibile che la Madonna appaia per così molto tempo a Medjugorje, Lei stessa lo spiega con l'indicazione: "Voglio insegnarvi a pregare." (12 giugno 1985). Il fine di questo insegnamento è la preghiera continua. Siamo sempre di nuovo invitati a pregare senza sosta. La preghiera continua sarà realizzata quando uno in tutto ciò che pensa, dice e fa non perde più di vista Dio, essendo sempre amorevolmente cosciente della Sua presenza. Una tale attenzione a Dio non impedisce in nessun modo di compiere tutti i compiti della vita. Al contrario, chi sempre ha Dio davanti a sé, è anche cosciente della sua responsabilità davanti a Dio in ogni suo fare e non fare e non perde mai la speranza nella sua consolazione e nel suo aiuto perchè sa che Dio è presente, anche per lui. Questo stato di preghiera continua, richiede però tempi di preghiera particolari, nei quali sempre ci si rivolge di nuovo coscientemente a Dio. "Vi prego, figlioli, andate coscientemente alla preghiera." (28 novembre 1985) e "Voi, cari figli, non potete capire quanto è preziosa la preghiera finchè voi stessi non dite: adesso è il tempo per la preghiera! Adesso nient' altro è importante, adesso nessuno è importante per me se non Dio." (2 ottobre 1986). Così la Madonna invita alla preghiera. In un certo senso, un tempo di preghiera regolare quotidiano è già una preghiera continua, perchè è una preghiera che viene ripresa sempre di nuovo, perciò non finisce più. In questo senso la Madonna chiama ad iniziare ogni giornata con la preghiera e a concluderla con la preghiera. Una tale abitudine, quando si tratta di vera preghiera, preghiera del cuore, con certezza fa si che la preghiera prende il primo posto nella vita. La Madonna non chiama a questo solo il singolo, ma anche le famiglie. Lei desidera che la nostra" giornata sia solo preghiera e completo abbandono a Dio." (4 settembre 1986). Nei messaggi del giovedi e del 25 del mese si parla così tanto solo dalla preghiera. Marija ha scritto una volta come dedica a un libro, che la Madonna ogni giorno dice di pregare. E ha aggiunto: "Tramite la preghiera potete ottenere tutto, anche quello che pensate che sia impossibile."E' la stessa cosa che Gesù dice della preghiera: "Se rimanete uniti a me e le mie parole sono radicate in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato." (Gv 15,7) La Madonna cominciava il suo insegnamento sulla preghiera, esortando i veggenti a qualche preghiera vocale - così come Gesù ha risposto alla domanda dei discepoli, insegnando a pregare con il Padre Nostro. (Lc 11,2) La parte centrale dell'insegnamento della Madonna, è nell'invito a pregare con il cuore: "Cari figli! Oggi vi invito: pregate con il cuore..." (2 maggio 1985). Quando sono state fatte delle domande a proposito, i veggenti hanno sottolineato quanto sia importante pregare con il cuore. Per esempio Marija dice: "La Gospa ci guida a pregare con il cuore. Il cuore deve essere con quello che le parole dicono" e in un' altra occasione: "Tutto quello che crea dei dispiaceri deve essere presentato con fiducia, raccomandato, per diventare liberi e per poter pregare con un cuore leggero." Nell'insegnamento della Madonna i veggenti hanno di nuovo imparato quello che è già scritto nella lettera ai Filippesi: "Non angustiatevi di nulla, ma rivolgetevi a Dio, chedetegli con insistenza ciò di cui avete bisogno e ringraziatelo." (Fil 4,6) La preghiera del cuore non mostra solo degli effetti soprannaturali ma si espande benefica anche nel ambito naturale: aiuta a superare la stanchezza e dona gioia e riposo. Il rivolgere il cuore con amore, cioè tutta la persona è coinvolta, è la cosa più importante per la preghiera. Sia nella fatica dell'inizio o nel compimento della preghiera continua. "Pregare con il cuore, è la cosa piu importante" (Marija), e "Questa è la preghiere vera" (Ivan). Sono le testimonianze di due giovani che sono stati guidati direttamente dalla Madonna alla preghiera vera.

".. Può essere scacciato solo con la preghiera e il digiuno." Mt 17,21)

Quando Gesù era con tre dei suoi discepoli sul monte della trasfigurazione, gli altri discepoli hanno vissuto l'incontro con un posseduto e la straordinaria potenza del male. Solo quando Gesù è tornato e ha minacciato il demonio, questi ha lasciato quel povero uomo. Ai discepoli meravigliati, Gesù insegna che questo è possibile solo con la preghiera e il digiuno (Mt 17,14-21). Anche se il significato delle visioni e il messaggio in esse contenuto non può consistere nella trasmissione di nuove verità di fede, essi ci ricordano le verità dimenticate. Non è stato forse quasi dimenticato, tra i cristiani, il digiuno come arma efficace contro il male? Nel discorso della montagna Gesù spiega lungamente come ben digiunare (Mt. 6,16-18), lui stesso digiuna (Mt. 4,2) e giustifica il digiuno a tempo opportuno (Mt. 9,15). Nel messaggio di Medjugorje, fin dall'inizio, il richiamo al digiuno ha il suo posto. I veggenti fin dall'inizio delle apparizione lo trasmettono. Nei messaggi del giovedì viene sempre di nuovo ripreso. la Madonna si rivolge così alla nostra più intima disponibilità (si deve digiunare "col cuore" 20 settembre 1984). Ci motiva con l'indicazione che il digiuno è un contributo per superare il male e ce ne dice anche la misura, che è certamente ben percepibile, ma - per un uomo sano - è sicuramente realizzabile: due volte la settimana. L'appello al digiuno è nel messaggio di Medjugorje un invito, non un comandamento, l'invito di una madre che ama ai suoi figli che crede capaci di grandi cose e con cui tratta anche di grandi cose. Tutti i sei veggenti già dicevano 1982 che tramite il digiuno e la preghiera possono essere evitate le guerre. Per questo i profeti dell'Antico Testamento nei tempi di guerra hanno chiamato al digiuno e alla preghiera. Noi veneriamo Maria come Regina dei Profeti. Il suo invito risuona in un tempo che è caratterizzato da catastrofi e pericoli. Dobbiamo essere grati di essere illuminati su certe contesti che da solo non potremmo vedere. E' importante che l'invito al digiuno sia sempre unito all'invito alla preghiera. Solo la preghiera, l'essere rivolti verso Dio, dona al digiuno il suo giusto valore e la sua efficacia. Il digiuno scelto liberamente produce i suoi buoni frutti in diversi modi. Libera da dipendenze e da legami e così rende liberi per quello che Dio vorebbe dare. Anche molte opere di carità sono possibili solo tramite qualche rinuncia. Chi digiuna coopera alla pace, alla salvezza, alla vittoria del bene.

"Beati gli operatori di pace" (Mt 5,9)

Il primo appello della Madonna a Medjugorje é stato il richiamo alla pace tra Dio e gli uomini e anche tra gli uomini. Dio ci offre la pace. Noi dobbiamo collaborare. Per il quinto anniversario di questo messaggio di pace, questo richiamo viene espresso con più urgenza: "Cari figli! Il Signore mi permette di costruire con Lui quest'oasi di pace. Desidero invitarvi a custodirla affinchè quest'oasi sia sempre pura. Ci sono quelli che con il loro desinteresse annientano la pace e la preghiera. Io chiamo a dare testimonianza e a custodire la pace con la vostra vita." (26 giugno 1986). Fin dall'inizio delle apparizioni la Madonna si è presentata come Regina della Pace. Dalla Sacra Scrittura sappiamo che la pace è un dono di Dio agli uomini: il Signore benedice il suo popolo con la pace (Ps 29,11). Lui la regala (Jes 26,3), da lui essa deriva (Ap 1,4). Così Paolo nelle sue lettere supplica, sempre di nuovo, la pace da Dio per le comunità.

Il nostro compito è di domandare a Dio questa pace ma anche d'impegnarsi per essa. "Cari figli! Io vi invito a contribuire alla pace con la vostra pace, perché gli altri vedendo la pace, comincino a cercare la pace. Voi, cari figli, siete nella pace e non potete capire che vuol dire la mancanza di pace. Per questo vi invito ad aiutare con la vostra preghiera e la vostra vita che in tutti gli uomini venga distrutto il male e che le menzogne, che satana usa, vengano scoperte. Pregate che in ogni cuore domini la verità." (25. settembre 1986) Così la Madonna ci parla e sottolinea che il nostro impegno per la pace consiste prima di tutto nel vivere noi stessi in pace, che la mancanza di pace ha le sue radici nel male, che nasce nel cuore ingannato e che l'inganno ha il suo inizio in satana. I veggenti dicono sempre che siamo chiamati a "fare pace", cioè che ci è richiesto di fare dei passi che conducono alla pace e che aiutano a superare la mancanza di pace. Ci sono valori ai quali non si può rinunciare e che non possiamo mai abbandonare. Egoismo e prepotenza certamente non sono tra questi: bisogna vincersi. Gesù con la sua offerta in croce ha reso possibile la pace e "nella sua persona ha ucciso l'inimicizia" (Ef 2,14 f). Gesù, il crocifisso, ci viene mostrato qui come sorgente e causa della pace. La croce diventa così il segno della riconcilazione e della pace. "Fare pace" richiede molto spesso la disponibilità di portare la croce. Per questo la Madonna chiede anche: "Cari figli, pregate davanti alle croce per la pace!" (6 settembre 1984). Questo ci aiuterà a superare la nostra impotenza verso tutto ciò che impedisce la pace.

"Siate riconoscienti" (Col 3,15)

In quasi ogni suo messaggio a Medjugorje, la Madonna ringrazia coloro che hanno risposto alla sua chiamata. Certe volte ringrazia anche per altre cose: la disponibilità a consacrarsi a lei, le preghiere, la fatica e il sacrificio, il vivere i messaggi nella vita. Ringrazia tutti quelli che fanno qualche cosa per Lei, "per ogni risposta ai messaggi" (8 gennaio 1987). Ci si rende conto del significato di questo grazie, tanto più si sente questo "grazie" rivolto a noi stessi.

Un giovane una volta ha chiesto a Marija Pavlovic, stupito dal grande flusso di pellegrini al quale lei era esposta, come poteva sopportare un tale pressione. Marija ha risposta: "Se tu sapessi com'è la Madonna quando ringrazia!"

La Madonna non ringrazia solo noi, ma ringrazia anche Dio perchè concede la sua venuta a noi. Il comportamento di Maria ci ricorda che anche noi abbiamo tante ragioni di essere grati. La parola "ringraziare" nella lingua tedesca ha qualcosa a che fare con la parola "riflettere". Chi ringrazia ha capito cosa ha ricevuto. L'apostolo Paolo ci ricorda, nella sua domanda retorica, dell'amore di Dio che dona tutto di sé: "Se hai qualche cosa, non è forse Dio che te l'ha data?" (1 Cor 4,7). Nei messaggi di Medjugorje ci viene ricordato con insistenza il nostro dovere di ringraziare. Non si tratta solamente di un dovere di ringraziamento esteriore, accontentarsi diquesto sarebbe già la fine della gratitudine! La Madonna dice che la nostra vita dev'essere un gioioso ringraziamento che sgorga come un fiume dal nostro cuore! Per tutte le grazie concesse, anche le cose più piccole, dobbiamo ringraziare Dio, per diventare capaci di dire grazie per le cose grandi. (25 settembre 1989, 25 agosto 1995, 25 ottobre 1995)

Troppo spesso siamo superficiali verso le grazie ricevute. L'evangelista Luca lo dice con il racconto dei 10 lebbrosi guariti. Sulla strada per Gerusalemme vengono incontro a Gesù e Gli chiedono di guarirli. Gesù dice: "Andate, mostratevi ai sacerdoti!" E mentre vanno dai sacerdoti, sono guariti. Uno di loro però ritorna quando vede che è guarito e loda Dio a gran voce. Si getta a terra davanti ai piedi di Gesù e lo ringrazia. Allora Gesù dice: "Sono stati guariti tutti e dieci. Dove sono gli altri? Nessuno di essi è ritornato, per rendere gloria a Dio, fuorchè questo...?" (Lc 17,11-19)

Per noi deve essere diverso. La Madonna ci chiede di ringraziare senza smettere mai. I segni esterni di un atteggiamente di gratitudine sono le parole di ringraziamento ma anche il digiuno; le opere buone sono anche adatte a questo scopo. Importante però è l'atteggiamento di amore e di rispetto verso colui che ci fa un dono.

"Rallegratevi nel Signore (Fil 3,1)

Il Cristianesimo è la religione della gioia, il cristiano rivolge la sua vita verso la buona novella che Cristo ha portato. Lui parla prima del compimento verso il quale ci vuole guidare: "Allora il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi toglierà la gioia" (Gv 16,22) e l'apostolo grida anche a noi come ai Filippesi: "Rallegratevi nel Signore in ogni tempo! Ancora vi dico: rallegratevi!" (Fil 4,4)

Nei suoi messaggi, la Madonna ricorda sempre che abbiamo tutte le ragioni per la gioia, particolarmente il 25 agosto 1988 dice: "Cari figli! Oggi vi invito perché vi rallegriate della vita che Dio vi dà. Miei cari figli, rallegratevi in Dio Creatore, che vi ha fatto in maniera così meravigliosa! Pregate, che la vostra vita sia un gioioso ringraziamento..." Maria sa anche che la nostra gioia è in pericolo: "Il diavolo opera ancora più fortemente, per prendere da ciascuno di voi la gioia. Con la preghiera potete disarmarlo completamente e assicurarvi la vostra felicità..." (24 gennaio 1985) E ci promette: "Nella preghiera scoprirete la gioia..."(28 marzo 1985). Lei, che è entrata nella gioia di Dio che non finisce più, ci invita: "Rallegratevi con me!" (18 aprile 1985)

"Dov'è lo Spirito del Signore, là c'è libertà" (2 cor 3,17)

Possiamo parlare del regalo della libertà solo in maniera limitata e umana. L'insieme dell'onnipotenza di Dio e della libertà umana resterà sempre un mistero inscrutabile. La libertà che Dio ci dona è il punto di partenza per poter rispondere al Suo amore con il nostro amore, perchè non si può costringere nessuno ad amare. La libertà include anche il rischio del rifiuto. Papa Giovanni Paolo II ha constatato, in un discorso durante una visita pastorale a Vienna, che la storia dell'umanità è la storia della libertà mal usata.

Il messaggio di Medjugorje ci chiama a finire con questo uso sbagliato! Ci dice anche che Dio ha bisogno di noi per il compimento del suo piano di salvezza. "Senza di voi, Dio non può realizzare ciò che vuole. Dio ha donato a tutti voi una volontà libera e voi la state usando." (30 gennaio 1986). Dio ha regalato una parte di libertà a noi e adesso Lui non ne dispone più. Gli appelli della Gospa nei messaggi di Medjugorje sottolineano questa nostra liberà: "Io sono con voi, ma non posso prendervi la vostra libertà." (7 agosto 1986). Dobbiamo agire "comepersone libere, non come coloro che prendono la libertà come scusa per il male, ma come servitori di Dio." (1 Pt 2,16)

"Fate questo in memoria di me! (Lc 22,19 e 1 Cor 11,24-25)

Quando si chiede ai veggenti quale preghiera la Madonna raccomanda di più, tutti indicano la celebrazione della Santa Messa. Il Concilio ci ha ricordato che in essa si compie l'opera della nostra redenzione, che è il culmine e la sorgente della nostra vita di fede. Nei suoi riti include tutto quello sul quale è fondato il nostro essere cristiani: il rinnegamento del peccato, l'ascolto di Dio e il parlare con Lui, l'abbandono in Dio, l'adorazione e l'essere inviati. Nella celebrazione della Santa Messa incontriamo Cristo nel suo Vangelo e nel Pane di Vita. Quest'incontro ci rende capaci d'incontrare in modo giusto nella vita quotidiana le persone, perchè un frutto della Santa Messa è anche la pace. Un messaggio riassume tutto questo: "La Santa Messa deve essere la vostra vita." (25 aprile 1988)

Medjugorje c'insegna a prendere tempo per la Santa Messa, a prepararci e a meditarla. Tanti finiscono di non andare più a Messa perché non sono più capaci di celebrarla in maniera giusta, "La Messa non mi dona niente", dicono poi. Tramite Medjugorje tanti hanno nuovamente capito: la Santa Messa è un tempo che ci è donato, nel quale Gesù ci dona le sue grazie. Per questo dobbiamo venire con amore e accettare la Messa con amore, participando più attivamente. Quando un pellegrino diceva di non avere tempo per la Santa Messa, la veggente Marija ha risposto che dipende dai criteri con i quali si divide il proprio tempo.

Si ricordi qui il messaggio che invita all'Eucaristia, del 25 settembre 1995: "Cari figli! Oggi vi invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento. Adorate Gesù nelle vostre parrocchie, così sarete uniti con tutto il mondo e Gesù diventerà il vostro amico."

"A chi avrete rimessi i peccati, saranno rimessi." (Gv 20,23)

La pace comincia nel proprio cuore con la pace con Dio. Per ottenerla, Cristo ci regala il sacramento della riconciliazione, la Santa Confessione. Dove è donato e ricevuto questo Sacramento, là Gesù si volge nuovamente alla persona e si compie ciò che nel Vangelo è ripetutamente descritto. Le parole di Gesù si avverano: "I tuoi peccati ti sono rimessi. La tua fede ti ha salvato. Va in pace." (Lc 7,48,50) e "Va e non peccare più!" (Gv 8,11)

I sacerdoti che hanno ascoltato le confessioni a Medjugorje, sanno quanto spesso esse sono l'espressione di una conversione vera. Si deve conservare la pace con Dio, che è stata ottenuta. La confessione regolare è un aiuto per perseverare e vivere questa conversione.

La Madonna consiglia di ricevere mensilmente il Sacramento della Confessione (6 agosto 1982). Le numerose confessioni a Medjugorje testimoniano sia la conversione di colui che ha perso lo stato di grazia sia l'aiuto per chi vuole seguire l'invito della Sacra Scrittura di perseverare nel Bene: "Crescete nel la grazia!" (2 Pt 3,18)

"Rivestitevi dell'uomo nuovo, che è fatto secondo l'immagine di Dio nella giustizia vera e nella santità." (Ef 4,24)

Essere cristiano è la chiamata alla santità, a una viva unione con Dio. Per questo Paolo parla, nelle sue lettere, rivolgendosi ai cristiani come ai "santi chiamati" (Rm 1,7; Cor 1,2) e invita continuamente a tendere alla santità (1 Tess 4,3; Cor 7,1). La chiamata alla santita è uno dei temi centrali dei messaggi, rivolti a tutti senza distinzione (25 settembre 1988). La domanda rivolta a noi, "d'accettare il cammino della santità" (25 giuglio 1987) è fondata sull'amore di Maria. Lei vuole che diventiamo santi, lei vuole rivestirci di santità e guidarci sulla via della santità. Questa è una delle ragioni della sua lunga presenza a Medjugorje. Lei chiama i suoi messaggi "il seme della santità" (10 ottobre 1985) esprimendo così che, con tutta la nostra necessaria fatica, la cosa decisiva è l'azione di Dio. Così Maria ci chiama a pregare per il dono della santità e parla della sua gioia che è per tutti coloro che sono sul cammino della santità. (24 lugli 1986)

Dove la santità è messa in relazione solamente con "l'elevazione agli altari", la chiamata universale alla santità è incomprensibile. Come la Sacra Scrittura, la Madonna intende per santità quell'unione con Dio che ha il suo fondamento nel battesimo. Nel corso degli anni e con l'aiuto di Dio, dobbiamo svilupparla per poi, un giorno, vedere il suo compimento nella gloria del Cielo.

"Ecco tua madre!" (Gv 19,27)

La lunga presenza della Madonna a Medjugorje è sorprendente. Anche il suo rimanere è un messaggio per noi. Sperimentiamo la sua materna vicinanza e riconosciamo che non siamo lasciati soli dal cielo, in questo nostro tempo così difficile. Ci dice: "Cari figli! Oggi vi invito a riflettere, perchè sono con voi così a lungo. Sono la mediatrice tra voi e Dio. Perciò, cari figli, vi chiamo a vivere con amore tutto quello che Dio desidera da voi. Perciò, cari figli, vivete in umiltà tutti i messaggi che vi dò." (17 giuglio 1986)

Per mezzo di Maria il figlio di Dio voleva entrare nel nostro mondo e per mezzo di Maria siamo invitati a fare ciò che Lui ci dice (Gv 2,5). Questa è la missione di Maria che rimane con noi. I teologi hanno preso da qui l'insegnamente di Maria come modello della Chiesa: anche la Chiesa deve portare Gesù agli uomini e insegnare loro a compiere la sua parola. E ogni singola persona nella Chiesa ha il compito di trovare Gesù per sé e di vivere secondo la sua parola e guidare altri a Gesù. Medjugorje ci dona una nuova speranza per mezzo di Maria, che ci dice: "Io sono vostra madre e voglio condurvi a Gesù." Un sacerdote di Medjugorje ha riassunto il significato di Maria per noi a partire dell'esperienza dei giovani veggenti: la sperimentano come una madre che vorrebbe abbracciare tutto il mondo.

"Chi vuol essere il mio discepolo, prende ogni giorno la sua croce." (Lc 9,23)

La sequela alla quale Gesù ci chiama, abbraccia un cammino e ha una meta. Sono entrambi indicati nella preghiera finale dell' "Angelo di Dio": guidaci per la passione e la croce alla gloria della risurrezione. Con questo è anche spiegata la domanda riguardo il significato ultimo della sofferenza umana. Una logica orientata solo su questo mondo non può spiegare la tensione di un desiderio di felicità non esaudito. Il Vangelo ci porta al di là degli orizzonti della nostra esperienza e della nostra comprensione. Ogni croce, portata uniti a Gesù e resa a Dio, è unita alla forza salvifica della croce di Cristo. Per questo Paolo scrive: "Voglio conoscere Cristo e la potenza della sua resurrezione e la comunione con la sua sofferenza." (Fil 3,10)

La Madonna non viene a Medjugorje per toglierci la croce. Lei è una madre molto realista che non propone delle illusioni ai suoi figli. Lei conosce la necessità della croce e della sofferenza e invita ad accettare con amore la croce della vita. Gesù porta la croce per amore per noi e noi dobbiamo seguirlo portando con amore la nostra croce. Il 5 aprile 1985, Venerdi Santo, la Madonna ha detto: "Non abbiate paura di portare la croce. C'è mio figlio che vi aiuterà."Maria c'invita a pregare molto spesso davanti alla croce ed a meditare la passione di Gesù e promette grazie particolari. In ogni tribolazione la croce diventa gioia, non come atmosfera o sentimento, ma come profonda conoscenza di fede.

Alla fine di questi pensieri voglio rivolgere l'attenzione a chi aiuta i malati. Non solo ai medici e alle infermiere, ma a tutti coloro che sono presenti, quando chiamati. Nella Sacra Scrittura è narrato che Maria è andata in fretta per le montagne da Elisabetta, quando l'angelo le dice che la sua anziana parente aspetta anche lei un bambino. Maria sa che le sue giovani forze, il suo affetto sono necessari. Si mette in cammino e si reca in fretta dov'è la casa di Elisabetta. Sentiamo come la gioia di poter aiutare fa affrettare il suo passo. Noi tutti possiamo diventare uomini che sono gioiosamente pronti ad aiutare: i sani, quando lavorano, i malati quando uniti a Cristo offrono la loro sofferenza che riceve, così, forza salvifica. Proprio gli uomini che portano la croce possono sapersi uniti a Maria, come lei stessa dice in un messaggio: "Io sono con voi e la vostra sofferenza è anche la mia. Grazie, per aver risposto alla mia chiamata!" (25.4.1992)

Kurt Knotzinger , 1996

Kurt Knotzinger - nato nel 1928 a Vienna. Dopo gli studi di teologia e musica opera 12 anni come parroco. Dal 1966 è sacerdote e professore presso il seminario ed il ginnasio della diocesi viennese di Sachsenbrunn.

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