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Aprite i vostri cuori a Maria Regina Della Pace

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La pace è la radice di tutta la vita

Credo che la maggioranza di voi sia venuta qua per cercare Dio. Io dico perché i pellegrini spesso cercano qualche cosa, ma non cercano Dio... cercano una guarigione, qualche grazia, ma non Dio. È sbagliato! Il Vangelo di Matteo, dice «cercate prima di tutto il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato...».

In questo incontro vorrei che ci incamminassimo verso Dio e in questi tre giorni vorrei sviluppare alcuni temi che ci portano ad una purificazione più profonda. Oggi siamo nella giornata del «Perdono di Assisi» e io vorrei incamminarmi con voi per raggiungere questo perdono.

Il 2 agosto 1981 tutta la gente qui ha visto il «gioco del sole». Questo fenomeno si è ripetuto ancora alcune volte non però a tutta la popolazione. Quel giorno i veggenti hanno avuto un'altra esperienza, che penso nessuno di voi conosca.

Mentre si trovavano in un bosco a pregare con 40-50 persone, è apparsa la Madonna e quando la gente ha visto i veggenti in estasi, alcuni hanno detto: «Possiamo toccare la Madonna»?

I veggenti hanno chiesto se la gente poteva toccarla e la Madonna ha risposto di «sì». Si avvicinarono allora uno dopo l'altro. Alcuni hanno sentito proprio la presenza di un essere.

Dopo la visione la veggente Marija si è messa a piangere. Un uomo le ha chiesto il perché. Lei rispose: «perché avete sporcato la Madonna».

La veggente spiega questo: alcune persone quando si avvicinavano alla Madonna e la toccavano le sporcavano la veste. Allora Marija chiese: «come mai ti hanno sporcato così la veste?». La Madonna rispose: «Me l' hanno sporcata coloro che vivono nel peccato. Dì alla gente che vada a confessarsi e a riparare i suoi peccati» .

Da quel giorno (3 anni fa) molta gente si è messa davanti al sacerdote a confessare i peccati e a ripararli.

lo vorrei che voi partiste da questa esperienza: che oggi ciascuno si incammini verso la purificazione della sua anima e verso la purificazione della veste della Madonna, perché con questa esperienza e immagine vediamo che cosa fanno i peccati.

Oggi siamo nella giornata del perdono di Assisi e vi ho chiesto se volete questo perdono. Voi avete risposto: «Sì, vogliamo raggiungerlo». Vi faccio un esempio: noi qua abbiamo poca acqua, ma questo non vuol dire che sotto di noi non esista un lago d'acqua. Infatti dicono che in tutta questa zona esistono dei laghi: sotto questa terra arida c'è dell'acqua. È lo stesso con la vita spirituale. Dio con amore infinito offre se stesso e la Chiesa vuole offrirci il perdono. Però il perdono non si può prenderlo così, venendo in chiesa a prenderlo. È un inganno.

La Chiesa chiede una confessione, ma non una confessione rituale, bensì un'apertura a Dio. Perciò, io vorrei andare avanti con voi a sviluppare questo tema, perché in questi giorni facciamo una confessione vera, profonda, proprio per attingere questa grazia che Dio ci offre.

La pace, di cui si parla qua e di cui parla la Madonna, come dicono i veggenti, è il messaggio principale. Dobbiamo vedere come lo intende la Madonna e la Scrittura e come possiamo raggiungerla. La pace, come conseguenza della confessione, non avviene solo tramite un rito. La pace deve raggiungere una riconciliazione tra me e Dio, tra me e il mio prossimo e io devo essere riconciliato con me stesso.

Molte persone tese non sono riconciliate con se, col prossimo, neanche con Dio. Chi litiga con se stesso, litiga con Dio. Chi è scontento con se stesso, litiga con gli altri. Chi non ha pace con se stesso, chi non ha accettato se stesso, non può accettare neanche gli altri. Chi litiga col suo prossimo, nella preghiera litiga per forza con Dio, non è contento con tutte le situazioni che avvengono.

Allora, per arrivare ad una riconciliazione, al perdono, bisogna arrivare a questa riconciliazione con tutta la realtà, tra Dio e me, tra il mio prossimo e me e trovare dentro di me una riconciliazione: che io accetti me stesso nel programma divino così come Dio l'ha voluto. Ora, per vedere cosa dobbiamo raggiungere, io vi presento il messaggio della pace, così come lo hanno portato i veggenti.

Tutti i veggenti descrivono la Madonna come una persona bellissima. Sul volto della Madonna c'è il sorriso, un viso soave, dolce, pieno di pace. Mai sgrida, mai impone ordini, mai castiga, mai minaccia. Invece, quel giornalista della Domenica del Corriere ha scritto un articolo opposto ai messaggi della Madonna, perché minaccia dappertutto.

La Madonna non ha mai minacciato. Un viso nel quale si vede pienezza di vita, soave, dolce. Mai sgrida. Proprio come un germoglio prima di fiorire. Io la vedo così. La pace è così.

La piccola Jelena dice: «Alla Madonna non piace parlare del peccato, di Satana, perché fin dall'inizio ha vissuto tutto in modo positivo».

Quando deve parlare del peccato sembra che pianga. Dice: «Voi non pensate alle guerre, al male, ai castighi. Se voi pensate al male siete sulla strada di incorrervi. Il vostro compito è di accettare la pace divina, viverla, diffonderla». Siamo chiamati a raggiungere un viso come la Madonna: un viso che risplende dal cuore, un viso soave, pieno di perdono e di gioia.

La veggente Jelena riferisce che la Madonna dice: «I cristiani fanno uno sbaglio guardando al futuro, perché pensano alle guerre e al male. Per un cristiano c'è solo un atteggiamento verso il futuro: la speranza della salvezza».

Allora vedete qui, in questo messaggio, la pace è la speranza, la pace è la gioia, è la sicurezza.

E vedete che la pace è la radice di tutta la vita. Qui non si parla della pace politica; la pace politica viene come conseguenza di una pace interiore, come la radice dalla quale provengono tutti i frutti.

La gente quando arriva qua per la prima volta si trova a un livello superficiale e rimane delusa perché vuol vedere qualche cosa d'esteriore, vuole chiedere qualche cosa di superficiale, di utile per il suo corpo. Però se noi rimaniamo sempre sul livello del nostro corpo: chiedere solo una guarigione, risolvere un problema... noi siamo soltanto a livello terrestre. Viene un terremoto e tutto si distrugge! Dobbiamo cambiare il livello. Vivere un livello più profondo.

Io presto subirò la mia catastrofe... e anche voi: moriremo tutti. È la nostra catastrofe. E noi ci comportiamo come persone che non vivranno tale catastrofe. E vogliamo assicurarci su questa terra. Questa è la radice delle paure, dei problemi. Io subirò la mia catastrofe sulla strada, in ospedale, per la bomba atomica... ma è lo stesso.

Esiste una cosa più profonda. Vi parlo delle esperienze di qua, dove i veggenti ci hanno parlato del cielo, del Paradiso.

Tre di loro parlano di un'esperienza nella quale sono stati portati nel cielo e hanno vissuto per qualche minuto questa realtà. Vi parlo di questa esperienza che loro hanno vissuto. Io l'ho sentita nel mio cuore. Noi dobbiamo vivere questa radice. La mia morte non è la mia fine, non è un male, un castigo, ma un passaggio. Allora se siamo radicati così profondamente nella vita, questa è la radice del cristianesimo: la morte e la resurrezione. Questo è il centro.

Ogni Messa celebra questo avvenimento: la morte e la resurrezione di Gesù. Se noi ci mettiamo a partecipare a questo mistero, se noi viviamo di questa radice possiamo avere la pace. Altrimenti, se noi vogliamo costruire la nostra casa soltanto sulle cose di questa terra, tutto si distrugge.

Il nostro comportamento, il nostro atteggiamento davanti a Dio nella nostra vita quotidiana, porta a questa realtà: se noi ci comportiamo da uomini che vogliono vivere eternamente su questa terra non avremo mai la pace di cui parla la Madonna. Se noi cominciamo a comportarci in modo radicale, cristianamente radicale per offrirei totalmente al Regno di Dio, passando questa terra e vivendo questa vita, avremo anche su questa terra la pace. Perciò Gesù dice: «Cercate prima di tutto il Regno di Dio e l'altro vi sarà dato».

E questo è importante perché possiamo cominciare a vivere la vita cristiana. È importante anche per un'altra cosa. Se volete avere una vita benedetta, personalmente, nella vita familiare e nella società, cominciate dal Regno di Dio. I frutti seguiranno. Una pianta può portare frutti buoni soltanto se attinge acqua. Dalla terra arida non possiamo aspettarci buoni frutti.

Una chiamata alla pace, una chiamata di apertura a Dio e al Regno di Dio, questo è importante. È importante perché possiate vivere questa vita, ma anche perché possiamo tutti purificare tutti i santuari. I santuari spesso sono diventati i santuari dei pellegrini superficiali o fanatici.

Prendo l'articolo del giornalista della Domenica del Corriere che al posto di portare la pace porta paura, porta notizie sbagliate, porta paura e minaccia. E molti pellegrini cristiani accettano il messaggio della pace e parlano delle guerre e portano le guerre nelle anime invece di portare la pace.

E perciò la Madonna dice tramite la veggente: «Il vostro compito è di accettare la pace divina, di viverla e di diffonderla, non con le parole ma con la vita».

Io vi ho parlato di questo tema perché tutti possiamo fare una confessione non superficiale o ritualistica. Possiamo incamminarci oggi. Se noi ci mettiamo su questo cammino oggi, domani saremo più vicini e avremo la pace sempre più ricca, e potremo avanzare nella vita spirituale.

Io vorrei dirvi quello che ho scoperto in questo periodo con i pellegrini; alcune cose che potranno servirvi per un cammino. La gente ha trasformato le confessioni soltanto in un rito. Io spesso usavo una immagine della vita domestica: una lavatrice guasta che gira due volte e lascia il bucato sporco e bisogna tirarlo fuori sporco.

Mi sembra che noi cristiani spesso facciamo la confessione così: ci mettiamo un attimo davanti al sacerdote e continuiamo a vivere con un'anima sporca: non c'è cambiamento perché c'è l'abitudine di confessarsi una volta all'anno. Per me è un comportamento malato. Se una persona ha la febbre va dal medico, subito, perché sentiamo il bisogno di aiuto.

Una persona malata nell'animo aspetta un anno, non sente il bisogno di riconciliarsi con Dio, non sente il bisogno di vivere con Dio, non ha scoperto la realtà della confessione, la realtà della vita. Gesù si offre in ogni Messa nel Sacramento. La gente se ne sta fuori chiesa oppure sulla porta, non si muove verso l'altare. Perciò non esiste una vera pace nelle persone, nelle famiglie.

Se vogliamo capire e raggiungere questa pace di cui vi parlo, bisogna approfondire la confessione, non mantenersi solo sul livello delle rubriche ma proprio della confessione. Approfondire la vita e portare tutti a cercare di raggiungere lì la pace e cercare la pace. Su questo cammino c'è molto da dire a ogni persona individualmente, perché ciascuno di noi ha il proprio cammino. Però ho incontrato altri problemi di cui voglio parlarvi.

Ho già detto il problema del rubricismo.

Ce n'è un altro. Un peccato che non si confessa mai. Non l'ho mai sentito confessare dai cristiani. È il peccato di mettere Dio in un angolo, come una cosa inutile, una cosa vecchia. E guardate bene che cosa significa ogni giorno non appoggiarsi a Dio, non pregare Dio. È mettere Dio in un angolo, non contare su Dio nel pregare, nel ringraziare, nel chiedere...

Abbiamo una lotta scientifica-sociologica-politica, ma nello stesso tempo cerchiamo la forza di Dio per vincere il male? Oppure il nostro Dio è 5 minuti al giorno, è una cosa superficiale, una cosa secondaria nella nostra vita? Allora bisogna affrontare questo problema, questo peccato.

Abbiamo sentito spesso dai veggenti: pregate, digiunate e lasciate i problemi a Dio. Vuol dire abbandonarsi totalmente a Dio e ogni giorno cercare Dio per trovare proprio un riposo in Dio, dove tutte le cose sono a posto, sono in pace. Quando poi incontriamo Dio e lo mettiamo al centro della nostra vita allora possiamo aspettare questa riconciliazione con noi e col mondo intero.

Poi c'è un altro problema: noi sacerdoti imponiamo troppa poca penitenza. Quello che si dà alle persone in confessione è una cosa simbolica: se una persona da anni e anni non si confessa e riceve un Rosario da pregare, quella non si riconcilia con Dio.

Dobbiamo essere sinceri qui e se volete raggiungere la pace di cui vi parlo bisogna pregare e fare penitenza, pregare e digiunare. Voi sapete bene che se volete costruire una fabbrica, una casa, vi mettete in giro per cercare gli amici, il denaro, ecc. e quando avete tutto vi mettete a costruire. Perché non facciamo così anche con i nostri peccati? Quando vediamo un peccato nella nostra vita, un problema nel matrimonio, allora bisogna risolverlo!

Mettersi sul serio a pregare e a digiunare, a chiedere, a leggere la S. Scrittura per vedere che cosa ci dice Gesù su questo. Andare e bussare e chiedere che ci sia aperto. Gesù ha detto: «Bussate e vi sarà aperto».

(P. Tomislav Vlasic - Medjugorje 2 agosto 1984)

 


 

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